Bruxelles – I Panama Papers stanno invadendo l’ufficio del primo ministro britannico David Cameron, che si difende come può dai sospetti nati dopo la scoperta che un fondo gestito da suo padre Ian è in quelle carte. E la campagna del premier contro la Brexit di fatto si complicherà, se la sua immagine verrà offuscata.
Oggi, a una domanda sul se lui o sua moglie potranno beneficiare dal fondo offshore Blairmore del padre del premier, Cameron ha evitato di rispondere. “Dal punto di vista della mia situazione finanziaria non ho azioni. Ho lo stipendio da primo ministro e qualche risparmio dal quale ricevo un po’ di interessi. Ho una casa – ha continuato ad elencare il premier – dove vivevamo ed ora abbiamo lasciato perché abitiamo a Downing Street. Questo è tutto quel che ho”.
Cameron ha insistito: “Non posseggo azioni, non ho trust offshore, on ho fondi offshore, niente di tutto questo. Penso che sia una descrizione molto chiara”, ha concluso evitando però di rispondere all’esplicita domanda del giornalista di Sky News.
Anche il suo ufficio è intervenuto sull’argomento con una dichiarazione di un portavoce nella quel si ripetono le stesse cose: “Per essere chiari, il primo ministro, sua moglie e i loro figli non beneficiano di nessun fondo offshore. Il primo ministro non possiede azioni e, come noto, la signora Cameron ha un piccolo numero di azioni connese con le proprietà del padre, che dichiara nella sua denuncia dei redditi”.
Cameron è però sotto pressione oltre che dai media anche dall’opposizione. Jeremy Corbyn, leader del partito Laburista gli ha chiesto di spiegare al Paese “cosa esattamente sta succedendo” circa la situazione finanziaria della sua famiglia. Corbyn ha anche chiesto un’indagine indipendente sullo scandalo Panama Papers.