Bruxelles – Il costo del lavoro in Europa? Le differenze tra i diversi Stati non sono affatto poche e addirittura si può arrivare a una proporzione di uno a dieci tra i Paesi più e meno “ricchi”. Nel 2015 lo spettro ha spaziato del compenso orario, secondo i dati Eurostat, da un minimo di 4,10 ad un massimo di 41,30 euro. Il primato per il più basso costo è riservato a Bulgaria e Romania mentre dal lato opposto della classifica ci sono Danimarca e Belgio.
Per l’anno 2015, la media del costo orario del lavoro, prendendo in considerazione tutta l’economia (tranne i settori della agricoltura e della pubblica amministrazione), è stata pari a 25 euro per l’Unione europea e a 29,50 euro per la Zona euro. Ma questa media nasconde significative differenze tra i vari Stati dell’Unione, con i più bassi costi orari del lavoro registrati appunto in Bulgaria (4,10 euro) e Romania (5 euro), seguiti da Lituania (6,80 euro), Lettonia (7,10 euro) e Ungheria (7,50 euro). I livelli più alti, invece, si sono riscontrati in Danimarca e Belgio (rispettivamente 41,30 e 39,10 euro), e vicini a loro si sono situati la Svezia (37,40 euro), il Lussemburgo (36,20 euro) e la Francia (35,10 euro). Per l’Italia è stato rilevato un valore al di sotto della media dell’euro-zona, anche se al di sopra di quella dell’Unione europea (cioè 28,10 euro).
Riguardo alle variazioni verificate tra il 2014 e il 2015, si sono registrati aumenti del 2,0% per l’Unione europea e dell’1,5% per la zona euro (espressi in euro). All’interno dell’Europa a 19, i maggiori incrementi sono stati nelle repubbliche baltiche, Lettonia (+ 7,3%), Lituania (+ 5,6%) ed Estonia (+ 5,3%). Diminuzioni invece sono state osservate solo in Italia (-0,5%) e a Cipro (-1,0%). Per gli Stati membri al di fuori della zona-euro, gli incrementi maggiori nei costi orari del lavoro, espressi nelle monete nazionali, sono stati registrati in Romania (+ 8,3%) e Bulgaria (+ 7,0%), mentre quelli minori in Danimarca e Croazia (entrambi + 1,7%).