Quanti – troppi – attentati nella metro
El País ricorda che oggi sono sei anni dall’attentato alla metropolitana di Mosca, nel quale morirono 40 persone e oltre 100 rimasero ferite, portato a termine dalle cosiddette ‘vedove nere’ cecene. Non l’unico esempio – purtroppo. Ricordiamo gli attentati a Mosca nel 2000, stazione di Tverskaya, a Parigi nel 1995, a Londra nel 2005 (maggior numero di morti nella storia in un attentato a metropolitana e autobus). E poi ancora Baku 1994, Tokyo 1995, Minsk 2011, Istanbul 2015. Una lunga lista di orrori.
I volti del terrore di Parigi e Bruxelles
Su Les Decoders, Le Monde offre un’infografica interattiva su come sia evoluta la cellula terroristica creata da Abdelhamid Abaaoud, parzialmente smantellata dalla polizia belga nel gennaio 2015 ma poi ricostituitasi fino agli attentati del 13 novembre a Parigi e del 22 marzo a Bruxelles.
Riattivare i dormienti
Secondo lo Spiegel, il comportamento dell’ISIS sta diventando sempre più simile a quello dei servizi segreti – piuttosto che a quello di un gruppo di fanatici fondamentalisti. Contrariamente ad Al Qaeda infatti, l’ISIS non fa degli attacchi la sua ragione d’essere in sé, ma è in grado di organizzare e perpetrare attentati nonché di attivarsi per contrastare quelle che sono le reazioni degli stati colpiti, anche attraverso le cellule dormienti sparse in territorio europeo.
Talebani in esilio
Libération oggi propone un lungo articolo dedicato alla vita delle mogli dei Talebani in esilio in Pakistan: per loro, l’abbigliamento consiste in una abaya (la lunga tunica nera) e nel niqab fuori casa e in presenza di uomini diversi dal marito, e del velo in casa – basti pensare che una delle donne oggetto dell’articolo non si è mai presentata al fratello Wahid se non con il niqab: suo fratello non ha mai visto gli occhi di Soraya. Eppure la donna non immagina altro tipo di vita: “Non sarebbe rispettabile fare in modo diverso,” afferma, aggiungendo che “sono i vostri media che hanno torto, noi {donne} apprezziamo questo modo di vita in comunità e secondo gli insegnamenti dell’Islam.” Soraya infatti vive con il marito e la famiglia del marito, in una casa dove l’unica stanza confortevole è quella della sua anziana suocera.
Nel momento del bisogno…
Ci sono state tutta una serie di elezioni quest’anno: in Spagna, Irlanda, Slovacchia e Portogallo ciò che è uscito dalle urne è stato un mondo di parlamenti divisi, coalizioni improbabili, governi deboli e frammentati. Come riportato dal Guardian inoltre, uno studio dell’IFO di Monaco su 800 elezioni negli ultimi 140 anni ha rivelato come, storicamente, “dopo una crisi, i votanti appaiono particolarmente attratti dalla retorica politica dell’estrema destra, che spesso dà la colpa (della crisi) alle minoranze e agli stranieri.” Da ciò il minore sostengo, quando più sarebbe loro necessario, ai partiti mainstream.
To Brexit, or not to Brexit?
Sopravviverà David Cameron al voto sull’uscita del Regno Unito dall’Unione? Ma sopratutto, sopravviverà indipendentemente dal risultato del referendum – cioè anche in caso di vittoria del fronte pro-Europa? Il Guardian analizza i tre possibili scenari: vittoria dei pro-EU con un margine risicato, vittoria dei pro-EU con un ampio margine, vittoria dei pro-Brexit. Good luck with that, David.
A cura di Sarah Tuggey