Bruxelles – L’Ue e l’India hanno espresso “fiducia” nella procedura di arbitrato sul caso dei marò italiani attualmente in corso nel quadro della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos), “al quale l’India e l’Italia sono fortemente impegnati”. È quanto si legge nelle conclusioni del Summit tra l’Unione europea e lo Stato asiatico. “Entrambe le parti contribuiranno a risolvere il caso, su questa base, consentendo di servire la causa della giustizia per tutte le persone colpite”, si legge nel testo in cui si sottolinea anche che l’Ue “condivide le preoccupazioni italiane per trovare una rapida soluzione alla prolungata limitazione della libertà prolungata dei due marines”. Da parte sua però l’India “ha sottolineato la necessità di rendere giustizia alle famiglie dei pescatori indiani che sono stati uccisi”.
Del caso dei marò si è parlato in sessione ristretta con il premier indiano, Narendra Modi, i presidenti di Commissione e Consiglio, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk e l’Alto rappresentante Federica Mogherini. “C’era volontà di andare avanti ma affrontando le questioni chiavi del caso”, hanno spiegato fonti Ue secondo cui la discussione è stata “non facile, ma costruttiva”. Tutto quello che si poteva fare al Summit “è stato fatto”, e ora “spetta all’arbitrato fare chiarezza”, ha continuato la fonte.
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due fucilieri della marina italiana, sono stati arrestati nel febbraio 2012 dalle autorità indiane accusati dell’omicidio di due pescatori. Da allora va avanti uno scontro diplomatico tra Roma e Nuova Delhi per risolvere il quale è stata istituita un arbitrato internazionale alla Corte dell’Aia con 5 giudici che dovranno districare il caso: l’italiano Francesco Francioni, l’indiano P. Chandrasekhara Rao, il coreano Jin-Hyun Paik, il giamaicano Patrick Robinson e il russo Vladimir Golitsyn, nel ruolo di presidente. L’Italia ritiene che si sia trattato di un incidente avvenuto a circa 20,5 miglia nautiche al largo delle coste indiane, sulla nave Enrica Lexie, una petroliera battente bandiera italiana, e di conseguenza afferma che sia italiana la competenza penale del caso. Ma l’India insiste che i due pescatori uccisi si trovavano a bordo di un’imbarcazione indiana e per questo la competenza sarebbe del Paese asiatico.