Bruxelles – Semplificare il monitoraggio; applicare cambiamenti alla capacità e ai livelli di operatività delle installazioni; potenziare i rapporti sui miglioramenti; agire sulle verifiche e sulla certezza delle sanzioni in caso di violazioni. Sono questi i campi in cui andrebbero fatti dei miglioramenti alla direttiva Ue sullo scambio di quote di emissione – Ets. A sostenerlo è l’Agenzia europea per l’ambiente (Aea) all’interno del suo rapporto “Analysis of national responses under Article 21 of the EU ETS Directive in 2015”.
Il sistema Ets è stato creato con la direttiva 2003/87/EC ed è considerato uno strumento chiave nella strategia europea per la diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra. L’articolo 21 di tale direttiva obbliga gli Stati membri a fornire ogni anno i rapporti nazionali sull’applicazione della normativa Ue, sulla base dei quali la Commissione può effettuare una valutazione e agire di conseguenza. Attraverso un confronto fra i dati 2014 e quelli 2013, il report dell’Aea vuole essere un contributo proprio in questo senso, evidenziando i progressi fatti finora ma anche le aree dov’è necessario fare dei miglioramenti,
Dal rapporto si evince anche che l’Italia è stato l’ultimo Stato membro ad aver consegnato a Bruxelles il proprio feedback, per il quale era stata fissata la deadline del 30 giugno 2015. Il nostro Paese, invece, ha inviato il documento a settembre, penultimo dopo la Germania, che l’ha spedito ad agosto.
Secondo gli esperti dell’Aea, la direttiva è stata messa in pratica in maniera soddisfacente in diversi campi: flessibilità, metodologie di monitoraggio, emissioni dell’aviazione, la disciplina, e anche nella risposta degli stessi Paesi Ue ai questionari di Bruxelles. Tuttavia, sono ancora molti i passi in avanti che possono essere fatti.