Come ricorda sull’Evening Standard Lord Hill of Oareford, Commissario europeo, “ogni nazione, ogni città, ha il suo proprio modo di fare i conti con ciò che accade. In Gran Bretagna tendiamo ad assumere l’atteggiamento ‘KBO’ (keep buggering on, continuiamo a lottare), come diceva Churchill. A Bruxelles, le persone mostrano con il tipico surrealismo belga che non si faranno intimidire.”
Come devono rispondere gli Stati Uniti e l’Europa a questi nuovi attacchi? Secondo il Cato Institute, la risposta classica da parte degli americani sarà che “attacchi come questi sono solo un’ulteriore sostegno alla determinazione condivisa di combattere il terrorismo in tutto il mondo,” e questo atteggiamento è già stato condiviso da numerosi leader europei. Eppure, secondo Trevor Thrall, sia gli USA sia l’Europa dovrebbero perseguire una strategia più di lungo periodo, che preveda impegno nel rimanere aperti e tolleranti.
Un video di Le Monde ci spiega come Bruxelles sia diventata l’hub del terrorismo europeo, mentre una gallery fotografica ci mostra l’ora del cordoglio nella città.
La cosa più terribile degli attentati di Bruxelles? La nostra reazione, dice Simon Jenkins sul Guardian. “L’atto iniziale è ‘ordinario.’ Atrocità come quelle avvenute a Bruxelles accadono quasi ogni giorno a Baghdad, Aleppo e Damasco. Missili occidentali e bombe di ISIS uccidono più innocenti in una settimana di quanti ne muoiano in un anno in Europa. La differenza sta nella risposta dei media. Un musulmano morto è uno sfortunato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Un europeo morto finisce immediatamente in prima pagina.”
Nel frattempo, non dimentichiamoci di Lesbo: l’isola è completamente trasformata dal flusso migratorio ininterrotto che la investe da mesi, ma le soluzioni proposte differiscono ancora pesantemente, e le questioni non riguardano solo come e dove sistemare il numero immane di migranti, ma anche come e se la principale fonte economica dell’isola – il turismo – sopravviverà a tutto questo.
A cura di Sarah Tuggey