Bruxelles – Un assalto in piena regola quello che si è svolto a Leopoli, in Ucraina, contro un gruppo di omosessuali che si era riunito per un festival Lgbt. Circa 200 estremisti di estrema destra hanno circondato l’albergo in cui si stava svolgendo l’incontro e al grido di “uccidere, uccidere, uccidere” hanno obbligato i 70 partecipanti a scappare lanciando bombe fumogene e pietre.
L’evento, sul tema dell’uguaglianza di genere, doveva comprendere proiezioni di film, discussioni letterarie ed eventi pubblici, “ma quanto siamo arrivati all’hotel che avevamo prenotato per le persone provenienti da fuori Leopoli”, ha dichiarato Olena Shevchenko della Ong Insight, un’organizzatrice della manifestazione, “le autorità ci hanno detto che non potevamo rimanere, perché un gruppo di estrema destra ci augurava di bruciare all’inferno, e ci considerava pervertiti”.
Fino dall’inizio, la pianificazione del festival era stata piena di difficoltà dato che le autorità locali non avevano dato il loro pieno appoggio in quanto si trattava di un evento al quale non si poteva garantire la piena sicurezza. Questioni venute al pettine sabato, quando il gruppo di estrema destra ha circondato l’hotel, obbligando gli attivisti Lgbt a chiamare la polizia, arrivata solo un’ora più tardi, facendo evacuare la sede e trasportando i partecipanti in autobus verso un posto sicuro.
Maxim Eristavi, avvocato Lgbt, ha detto che “da un lato, l’evento di Leopoli si tratta di un precedente molto pericoloso perché sembra che le autorità incoraggino la retorica violenta di certi elementi della società civile”. Ma d’altra parte, ha aggiunto, “ci sono state tante dichiarazioni di sostegno da parte di funzionari e ministri, qualcosa che sarebbe stato impensabile fino a due anni fa”. Tetiana Mazour, direttore esecutivo di Amnesty International in Ucraina ha affermato che “il nuovo attacco si verifica a causa dell’impunità degli aggressori, dal momento che il potere non vuole rispondere con forza”.
Ma Andriy Sadovyi, il sindaco di Leopoli, ha puntato il dito sia contro il gruppo Lgbt che i membri di estrema destra, scrivendo su Facebook: “Quello che è avvenuto sabato è il risultato di una provocazione attentamente pianificata. I partecipanti, provenienti da entrambe le parti, erano in parte consapevoli di quello che sarebbe accaduto, ma allo stesso tempo inconsapevoli del quadro generale”.