Bruxelles – I leader delle principali istituzioni intergovernative europee per i diritti umani si sono uniti per chiedere all’unisono ai governi e alle autorità statali degli Stati membri una forte risposta agli attacchi xenofobi contro migranti, richiedenti asilo e rifugiati che si stanno verificando in Europa. La richiesta è per un maggiore rispetto degli obblighi internazionali esistenti in materia, soprattutto ora che l’Unione europea deve fronteggiare numeri esponenziali di rifugiati e migranti che rischiano la vita per raggiungere la sicurezza. “Mentre l’Europa si confronta con la più grande crisi dei migranti dopo la seconda guerra mondiale, l’eliminazione della discriminazione razziale è una priorità”: queste le parole di Michael O’Flaherty direttore della Agenzia Ue per i diritti fondamentali (Fra). “Il nostro continente ha bisogno di sradicare ogni traccia di esclusione ed emarginazione dello straniero, se vuole raccogliere la sfida” ha dichiarato O’Flaherty.
L’attuale situazione ha provocato in alcuni Paesi dell’Ue un marcato aumento degli attacchi contro i rifugiati e i messaggi di ostilità verso la diversità etnica, religiosa e culturale si diffondono in tutta l’Europa, espressi sempre più apertamente non solo da parte di gruppi estremisti, ma anche da vari politici e sui social media. Ciò fomenta ulteriormente l’intolleranza verso le minoranze. Per questo Christian Ahlund, presidente della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (Ecri) del Consiglio d’Europa, invita a riflettere su esperienze di un passato, neanche troppo lontano, dove messaggi di razzismo e chiusura sono stati il primo passo verso lo sfaldamento della democrazia. Secondo Ahlund, è necessario “scoraggiare e prevenire discorsi di odio attraverso la dimostrazione del pericolo che essi rappresentano”, combattendo contro la diffusione dei pregiudizi e investendo nell’educazione ai diritti umani.
Sul tema è intervenuto anche Michael Link, direttore dell’Ufficio Osce per le istituzioni democratiche e i diritti dell’uomo (Odihr), dichiarando che è un dovere “condannare i crimini di odio e tutte le altre manifestazioni di razzismo e xenofobia, rispondere rapidamente ed efficacemente a comportamenti intolleranti”. Per Link è necessario diffondere un messaggio di sensibilizzazione, che affondi le sue radici nella “comprensione reciproca”.
L’occasione per le dichiarazioni è stata la Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione del 21 marzo. Le Nazioni Unite hanno designato questo giorno nel 1966, in memoria delle 69 persone uccise sei anni prima a Sharpeville in Sud Africa, durante una manifestazione pacifica per protestare contro il sistema dell’apartheid.