Now unanimous agreement between all EU HoSG and Turkey's PM on EU-Turkey Statement
— Charles Michel (@eucopresident) March 18, 2016
Testo di Tusk approvato dai 28, in corso la riunione con Davutoglu per l’accordo finale
Riunione dei 28, sul tavolo il compromesso ‘prendere o lasciare’ proposto da Tusk – I Leader dei 28 Stati membri si sono riuniti per discutere il testo finale messo a punto da Donald Tusk dopo una mattinata di incontri bilaterali con la Turchia. Tusk chiederà ai leader di accettarlo senza proporre modifiche “ed è fiducioso che la sua richiesta possa essere accettata” spiega una fonte. Sarebbero risolte le quattro questioni ancora irrisolte: per Tusk ci sarebbero rassicurazioni sufficienti sulla legalità, la data di inizio del piano sarebbe domenica 20 marzo, tutti i migranti che arriveranno in Grecia dopo quella data saranno riportati in Grecia, accordo sull’apertura del capitolo 33 dei negoziati di adesione entro la fine di giugno e sui soldi l’Ue si impegna a presentare un numero sufficiente di progetti da finanziare entro questa settimana. Se il testo del “prendere o lasciare” sarà approvato dai Ventotto, al tavolo si siederà anche il premier turco Davutoglu per l’approvazione finale. Il testo della dichiarazione congiunta dovrebbe specificare che il limite dei migranti da riportare in Turchia resta fissato a 72, se si arriverà vicino a questa cifra senza superarla l’accordo verrà rivisto. Se questa cifra verrà superata l’accordo salterà, in quanto vorrebbe dire che la Turchia non ha fatto la sua parte per frenare i flussi.
End of bilateral meeting. Next: EU28 meeting on outcome of talks with @Ahmet_Davutoglu and #euco conclusions
— Preben Aamann (@PrebenEUspox) March 18, 2016
Terza (e si spera ultima) riunione a quattro – Ripreso, dopo un’altra sospensione tecnica, l’incontro a quattro tra Juncker, Tusk, Rutte e Davutoglu. Si spera sia l’ultimo meeting in questo formato prima della riunione a ventotto con il premier turco. Quattro i temi su cui si sono incagliati i negoziati: la legalità dell’accordo, l’apertura di capitoli negoziali per l’accesso della Turchia all’Ue a cui Cipro si oppone, la data da cui iniziare a rimandare i migranti dalle isole greche verso la Turchia e i tre miliardi di fondi aggiuntivi che Ankara ha chiesto. Su questo tema si parlerebbe più del “come” utilizzare i fondi che del “se”, spiegano fonti europee. Lo scenario peggiore continua ad essere che non si raggiunga un accordo ma “si sta andando nella giusta direzione”, commentano le fonti.
Tusk, Juncker, Rutte e Davutoglu lavorano all’accordo – In corso una riunione a quattro tra il premier turco, Ahmet Davutoglu, il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, quello della Commissione europea, Jean-Claude Juncker e il premier olandese, Mark Rutte a nome della presidenza di turno. Dopo una sospensione “tecnica” per consentire lavoro a livello di sherpa, l’incontro è ripreso ed è tutt’ora in corso. L’obiettivo sarebbe quello di ritrovarsi tutti per pranzo (i ventotto più il premier turco) per chiudere ma si teme che i tempi possano allungarsi.
Technical break over. @eucopresident restarts bilateral meeting with @Ahmet_Davutoglu @JunckerEU @MinPres
— Preben Aamann (@PrebenEUspox) March 18, 2016
Bilaterale tra Renzi e Merkel – Previsto un bilaterale tra il premier italiano, Matteo Renzi e la cancelliera tedesca, Angela Merkel. Prima di pranzo dovrebbe anche tenersi un mini vertice a cinque (Italia, Germania, Francia, Regno Unito più l’Alto rappresentante, Federica Mogherini) sulla Libia.
Davutoglu: raggiungeremo l’obiettivo – “Sono sicuro, spero, che raggiungeremo il nostro obiettivo di aiutare tutti i rifugiati e di approfondire le relazioni tra Unione europea e Turchia”. Al suo arrivo al Vertice di Bruxelles il premier turco Ahmet Davutoğlu ha voluto mostrare ottimismo sulla possibilità ri raggiungere in giornata un intesa sul piano per porre un argine alla crisi de rifugiati. Quella dei per la Turchia “non è una questione di baratto, ma una questione di valori umanitari ed europei”, ha assicurato Davutoğlu. “Abbiamo ricevuto 2,7 milioni di rifugiati senza una assistenza significativa da nessuno”, ha rivendicato il premier.