Schulz: “Nessuno sconto a Turchia su libertà stampa, minoranze e stato di diritto” – “La Turchia non avrà nessuno sconto sulla libertà di stampa, la protezione delle minoranze, la separazione dei poteri e lo stato di diritto”. Lo sottolinea il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, dopo l’incontro con i capi di Stato e di governo che domani riprenderanno i negoziati con la Turchia. “Ho sollevato – dice – le forti preoccupazioni del Parlamento europeo sulla libertà di stampa nel Paese”. All’interno dell’emiciclo, ricorda Schulz, “c’è uno schieramento politico trasversale che non dubita che l’implementazione delle misure debba avvenire nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e dei leggi internazionali”. Sull’accelerazione per la liberalizzazione dei visti, il Parlamento europeo come co-legislatore “è pronto a giocare un ruolo costruttivo” ma a condizione che “non ci siano scorciatoie alle procedure parlamentari”. Per quanto riguarda i ritorni verso la Turchia, poi, il Parlamento vuole rassicurazioni. In particolare vuole sapere come la Turchia rispetta le condizioni per essere considerata “Paese sicuro” e quali garanzie hanno i siriani rimandati in Turchia sul loro “non-respingimento”.
Merkel: “Discussione difficile ma direzione chiara. Accordo possibile” – Una posizione comune tra i 28 Stati membri sull’accordo con la Turchia è “possibile”, si tratta di una “discussione difficile ma la direzione è chiara”. La cancelliera Angela Merkel al suo arrivo al Consiglio europeo si è detta “prudentemente ottimista”, e ha sottolineato che “la chiave è migliorare la situazione umanitaria in Grecia”. Se “discutiamo di immigrazione illegale è importante considerare ogni rifugiato singolarmente se vogliamo pensare a un suo ritorno in Turchia”, ha aggiunto Merkel.
Cameron: “Bene rimandare migranti in Turchia, ma noi non liberalizzeremo i visti” – “Bisogna rompere il business model dei trafficanti di esseri umani e quindi rompere il collegamento tra salire su una barca e stabilirsi in Europa”, per questo “sosteniamo l’idea di riportare in Turchia i migranti che arrivano” in Grecia, è “una buona idea”. Lo ha dichiarato al suo arrivo David Cameron che ha anche precisato che facendo leva sul suo status speciale la Gran Bretagna “non liberalizzerà i visti con la Turchia” e “non accetterà altri siriani”, ma “se abbiamo un accordo per riportare i migranti in Turchia sarebbe un buon progresso”.
Tsipras: “Accordo per ridurre flussi irregolari ma che apra vie d’accesso legali” – Per il premier greco Alexis Tsipras serve “un accordo credibile per cercare di ridurre o interrompere il flusso di migranti irregolari dalla Turchia alle isole greche, e nello stesso tempo per creare una robusta via legale di accesso per i rifugiati in arrivo verso l’Ue”. Tsipras ha chiesto di “accelerare” sul meccanismo di ricollocamento per il trasferimento dei rifugiati da Grecia e Italia verso altri Stati membri e quello per i reinsediamenti dalla Turchia. Il tutto deve però essere fatto “all’interno del framework della legislazione internazionale, nel rispetto dell’accordo di Ginevra e dell’aquis europeo”.
Hollande: Serve accordo globale, nessuno sconto sui visti. “Serve un accordo globale, anche con la Grecia, che deve proteggere le nostre frontiere esterne”, ha ammonito il presidente francese François Hollande entrando al Consiglio. “La Grecia – ha aggiunto – va sostenuta finanziariamente, così come ci sono garanzie per la Turchia”. Sulla questione della liberalizzazione dei visti nessuno sconto, conferma Hollande: “Non possono essere liberalizzati se non sono rispettati tutti i 72 criteri” da parte di Ankara. Il presidente francese ha poi ribadito che “dobbiamo essere insieme per portare una risposta comune”, e che con la Germania si sta lavorando di comune accordo, “non abbiamo mail litigato, ho parlato proprio questa mattina con Angela Merkel”.
Anastasiades: “Niente accordo se Turchia non rispetta protocollo Ankara” – “Se la Turchia rispetta i suoi impegni sul protocollo di Ankara e sul negotiating framework non c’è problema”, a trovare un accordo ma “senza non possiamo fare niente”, ha dichiarato il presidente di Cipro Nicos Anastasiades, il più contrario a un accordo con la Turchia. Anastasiades ha detto comunque di essere “sicuro” che “i partners troveranno un modo” per poter raggiungere un accordo. La Turchia ha siglato nel 2005 il protocoll di Ankara per estendere i benefici dell’Unione doganale all’insieme dei dieci nuovi Stati membri dell’epoca, Cipro inclusa, ma non lo ha poi mai applicato a Nicosia, pubblicando anzi una dichiarazione ufficiale che riafferma il proprio non riconoscimento della Repubblica di Cipro
Tusk: “Cautamente ottimista per accordo, ma più cauto che ottimista” – Il piano d’azione comune tra Unione europea e Turchia per far fronte alla crisi dei rifugiati, che verrà discusso stasera e domani al Consiglio europeo, dovrà basarsi su “tre principi di base”, per il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Parlando al termine dell’incontro con il presidente ucraino Petro Poroshenko, Tusk ha affermato che il piano “deve essere accettabile per tutti i 28 Stati membri, grandi o piccoli”, con un chiaro riferimento a Cipro, tra i più contrari. Poi deve “essere completamente in regola con le leggi internazionali” e infine “deve essere efficace per aiutare a risolvere la crisi dei migranti e contribuire alla nostra strategia complessiva che comprende tornare a Schengen”, ma anche “dare assistenza umanitaria alla Grecia, sostenere i Paesi dei Balcani occidentali e naturalmente rinforzare la cooperazione con la Turchia”.
Sulla possibilità di accordo il presidente del Consiglio europeo dice: “Sono cautamente ottimista, ma francamente, più cauto che ottimista“.
Three principles to guide our work during this #EUCO. First, the agreement must be acceptable to all 28 Member States, big and small. (1/3)
— Charles Michel (@eucopresident) March 17, 2016