Bruxelles – Troppi sprechi energetici in Egitto secondo la banca europea per ricostruzione e lo sviluppo (Bers). Durante il processo di produzione del petrolio, nel mondo vanno persi ogni anno circa 140 miliardi di metri cubi di gas associato (Apg), sprecando così una grande quantità di risorse energetiche, oltre a contribuire all’inquinamento.
Considerando che l’Egitto è tra i 20 paesi al mondo con la percentuale più alta di gas flaring (una pratica che consiste nel bruciare – senza recupero energetico – il gas naturale in eccesso estratto insieme al petrolio), se si riuscisse a catturare i quasi due miliardi di metri cubi di gas che si disperdono annualmente si potrebbe fornire un ulteriore 5% al fabbisogno energetico nazionale, garantendo un’entrata aggiuntiva di 300 milioni di dollari nell’economia egiziana.
La Bers sta ora discutendo i risultati del suo studio “Gas flaring reduction in Egypt”, lanciato nel 2014 come sforzo per ridurre la combustione e migliorare la cooperazione tra l’Europa e il paese Nord africano.
“Il settore petrolifero dovrebbe rimanere un fattore importante per le prospettive di crescita del Pil in Egitto nei prossimi anni, oltre a fornire la sicurezza energetica indispensabile per il paese” ha detto Philip ter Woort, direttore delle operazioni della Bers in Egitto, aggiungendo: “ci auguriamo che questo progetto possa continuare a incentivare i programmi volti a un’ulteriore riduzione degli sprechi di gas in Egitto, in modo da avere non solo significativi benefici economici, ma anche contribuire a soddisfare gli standard ambientali internazionali “.
Nel 2015, la Bers ha firmato un memorandum d’intesa con diverse compagnie petrolifere egiziane, come Egps, Egas e Ganope, sotto gli auspici del Ministero del Petrolio egiziano, che mira a rafforzare la cooperazione tra le parti al fine di ridurre il livello delle emissioni di gas a effetto serra e l’inquinamento atmosferico, aumentando la competitività del settore e contribuendo alla sicurezza energetica nel Paese.