Bruxelles – L’accordo sui migranti che Unione europea e Turchia stanno discutendo non piace al Parlamento europeo perché lo ritiene non in linea con il diritto umanitario e le legislazioni internazionali. Gli europarlamentari nel dibattito con il primo vicepresidente Frans Timmermans hanno chiesto di modificarne alcuni punti. A essere rivendicato è soprattutto il diritto dell’Ue di decidere, insieme alle Nazioni unite, sull’ammissibilità dei rifugiati e di non lasciare questa decisione in mano alla Turchia. Si chiede poi di porre il raggiungimento dei requisiti Ue come conditio sine qua non per la concessione ad Ankara della liberalizzazione dei visti. Il Parlamento europeo vuole anche l’assicurazione, da parte del governo di Ankara, sul fatto che eventuali stanziamenti di bilancio supplementari finiscano direttamente all’astitenza dei rifugiati, senza passare per il governo.
Secondo il presidente dell’Alde Guy Verhofstadt “l’accordo attuale va contro gli obblighi della Convenzione di Ginevra” e deve essere modificato per permettere agli europei di “mantenere le chiavi dell’Europa nelle loro mani”. Non possono essere i turchi, puntualizza Verhofstadt “a decidere chi entra nell’Unione come rifugiato” perché altrimenti “afgani e curdi in fuga da guerre e spargimenti di sangue si troveranno senza alcuna protezione”. Inoltre, aggiunge il leader dell’Alde, è essenziale che “Il “refoulement”, (i ritorno, ndr) collettivo venga evitato”.
Rincara la dose il presidente dei Verdi Philippe Lamberts che sottolinea che la cooperazione tra Bruxelles e Ankara “non può essere un pretesto per alleviare la pressione politica verso Erdogan sul rispetto dei diritti fondamentali e del pluralismo politico nel suo paese”. Poi punta il dito contro l’Ue spiegando che anche “se è necessaria la cooperazione con la Turchia per gestire meglio la crisi” questo non “esime gli Stati membri dal rispettare i loro obblighi precedenti”. “L’Ue – conclude – non si adopera abbastanza” per cercare una “soluzione comune” che “superi le divisioni tra gli stati” e in questo modo “affonda sempre di più nella bancarotta morale”. Tra le richieste del Parlamento al Consiglio per la modifica dell’accordo c’è anche l’accelerazione della messa in campo delle guardie d frontiera Ue e la messa in primo piano, in caso di ripresa dei negoziati per l’adesione della Turchia, dei capitoli sull’ordinamento giuridico e i diritti fondamentali.
Non sono mancate, tra i vari j’accuse, le invettive dell’europarlamentare della Lega Mario Borghezio che se la prende con le scelte sbagliate del governo italiano, alla luce delle critiche della Commissione europea sui luoghi d’accoglienza nel nostro Paese. “Il progetto Europeo appare ora sempre più chiaro e definito – afferma Borghezio – ed è quello di concentrare i rifugiati e i profughi tra Turchia e Grecia e destinare l’Italia a luogo di accoglienza dei clandestini ed immigrati senza titolo legale per rimanere in Europa”. Secondo l’eurodeputato della Lega, questo è “il risultato delle chiacchiere spavalde di Renzi e delle azioni scellerate del suo Governo in Europa”. Secondo Borghezio l’Italia sarà “obbligati dall’Ue a ospitare a rotazione continua centinaia di migliaia di clandestini, moltiplicando ed istituzionalizzando sul suolo italiano i centri di accoglienza che da temporanea diverrà definitiva e continuata”.