Roma – “La progressiva diminuzione delle risorse umane ed economiche di cui dispone l’Autorità” garante per la privacy “può compromettere i nostri compiti di supervisione” sulla banca dati del sistema Schengen, “nonché l’attività di cooperazione con gli altri Stati membri” per lo scambio di informazioni “in un settore così delicato”. La denuncia arriva dal presidente dell’autority, Antonello Soro, che in questi giorni ha ricevuto la visita di un’equipe di esperti dell’Ue, guidata da funzionari della Commissione, per la periodica valutazione sull’applicazione del sistema Schengen nel nostro Paese.
Al Garante per la privacy è attribuito il compito di Autorità di controllo sulla banca dati nazionale di riferimento del Sistema Schengen, la cui gestione è in capo al dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero degli Interni. Nel corso dell’incontro con i funzionari europei, Soro ha segnalato con grande preoccupazione il rischio di non poter espletare in maniera adeguata le funzioni che le sono attribuite.
L’autority si occupa di verificare, d’ufficio o su richiesta degli interessati, che l’elaborazione e l’utilizzazione dei dati dell’archivio nazionale relativo al sistema Schengen sia effettuata in maniera conforme con la disciplina italiana ed europea. In particolare, il Garante deve accertare che le informazioni presenti nella banca dati siano esatte, che il loro trattamento avvenga in maniera lecita, che le misure di sicurezza a protezione della banca dati siano adeguate, efficaci e tali da evitare possibili intrusioni e alterazioni dei dati.