Oggi un’altra decina di migranti sono morti tentando di raggiungere l’Europa. Quelli che ce la fanno, secondo quanto deciso dal Consiglio europeo (con un’enormità di dubbi) e dalla Commissione potrebbero dover fare su è giù dalla Turchia, alla Grecia, poi di nuovo in Turchia, poi di nuovo in Europa. E’ un macabro gioco nel quale l’Europa non fa la prima cosa che dovrebbe fare: proteggere le vite delle persone, che abbiano diritto o meno all’asilo, e poi proteggere chi ne ha bisogno.
Se davvero l’Unione vuole aiutare queste persone ha una via d’uscita per salvare migliaia di vite: andarle a prendere i profughi lì dove si ammassano, ai confini dell’Europa, identificarli, farli salire in qualche aereo e portarle nei paesi europei che, non va dimenticato, si sono impegnati, anche se in molti ob torto collo, a riceverli. E verificare lì, cioè qui da noi, chi ha diritto a restare o meno. Non c’è bisogno di decimarli prima nel mar Egeo o in altre zone del Mediterraneo. Non c’è bisogno di far arricchire chi traffica in uomini, donne e bambini.