Bruxelles – La sonda ExoMars è partita alla volta di Marte, alla ricerca di forme di vita. La missione fa parte di un progetto europeo e russo, con una forte partecipazione italiana. ExoMars ha dato il via al suo viaggio interplanetario alle 10.31 di oggi, a bordo del vettore Proton (un vecchio e longevo razzo russo in attività dal 1965) e partendo dalla piattaforma di base Bajkonur nel Kazakistan. La sonda viaggerà nello spazio per 7 mesi, fino a quando, il 16 ottobre 2016, raggiungerà il pianeta Rosso, del quale analizzerà atmosfera e superficie.
La missione è solo la prima tappa del programma spaziale ExoMars, che è stato creato e sviluppato dall’Agenzia spaziale europea in collaborazione con l’omologa russa e che prevede, fra due anni, il lancio di una seconda sonda ExoMars 2018. Per la realizzazione di entrambe le fasi – e del programma in generale – il ruolo del nostro Paese è stato molto incisivo: la partecipazione italiana ai due lanci è ben del 32%, con l’Agenzia spaziale italiana che ha supportato il progetto sin dagli albori e la società aerospaziale Thales Alenia Space (una joint venture tra Finmeccanica e la francese Thales) che è capofila dell’intero programma.
La sonda appena partita – Exomars 2016 – è a sua volta composta di due moduli. Il primo, che si chiama Tgo (Tracciatore Orbitante di Gas), è destinato a rimanere in orbita attorno a Marte, studiando l’atmosfera del pianeta Rosso e analizzando i gas che la compongono. La seconda sonda è un modulo di atterraggio denominato Edm (e poi ribattezzata col nome dell’astronomo italiano Virginio Schiapparelli) e si staccherà da Tgo per atterrare sul suolo marziano e diventare una sorta di stazione metereologica e scientifica permanente sul pianeta. La sonda che verrà lanciata nel 2018 sarà simile alla precedente ma più elaborata, con tanto di Rover che solcherà il suol marziano per andare alla ricerca di forme di vita.
Cosa ci dobbiamo aspettare dal suolo e dall’atmosfera di Marte? Il Direttore generale dell’Esa, Johann Woerner spiega che eventuali tracce biologiche scoperte potrebbero con buona probabilità appartenere al passato. “Marte in un passato remoto era un pianeta molto vivo – ha dichiarato Woerner – c’era molta acqua, e soprattutto nel corso della seconda missione il rover avrà una trivella costruita che perforerà il suolo di due metri. Pensiamo infatti che la vita possa potrebbe trovarsi nel sottosuolo del pianeta”. “Già con Mars Express – ha aggiunto il direttore generale dell’Esa – abbiamo raggiunto grandi risultati, abbiamo scoperto l’acqua nel sottosuolo. Ora, con la doppia missione ExoMars, andiamo oltre. E a caccia della vita”.
Secondo il responsabile scientifico dell’Asi Enrico Flamini il progetto “guarda al futuro dell’esplorazione spaziale”. Poi sottolinea il ruolo del nostro Paese nella realizzazione dello stesso, spiegando che è un progetto partito a inizio anni 2000 che l’Italia ha supportato sin dall’inizio nell’ambito del Programma Aurora dell’ESA”.