Bruxelles – La Spagna “si oppone radicalmente a qualsiasi espulsione di tipo collettivo” e per questo l’intesa di principio raggiunta tra Ue e Turchia “ci è parsa dal primo momento inaccettabile”. È netta la posizione del governo spagnolo sull’accordo che dovrebbe essere finalizzato questa settimana a Bruxelles per bloccare il flusso di migranti in arrivo, attraverso l’Egeo, sulle coste greche. A chiarirla è il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Garcia-Margallo, a Bruxelles per una riunione con i colleghi dei Ventotto. La bozza di accordo appare a Madrid come “contraria alla legalità internazionale, alla convenzione di Ginevra, all’articolo 78 del trattato sul funzionamento dell’Ue, alla direttiva ritorni dell’Unione europea”, elenca Margallo. Insomma così com’è non va: “La Spagna vuole un accordo coerente e compatibile con la legalità internazionale e straordinariamente rispettoso dei diritti umani di chi fugge dal proprio Paese a causa della guerra”, insiste il ministro. Per questo, spiega, l’ambasciatore spagnolo ha ricevuto mandato di fare il possibile per tentare di avvicinare la bozza in intesa ai valori legali e ai diritti umani.
Per prima cosa, spiega Margallo, “stiamo lavorando con delegazioni di altri Paesi perché tutti sul territorio europeo abbiano diritto ad un trattamento individuale”. Ognuno, cioè, deve potere presentare domanda di asilo e vederla analizzata e nel caso questa fosse ripudiata ha diritto a presentare ricorso e nel frattempo ogni ritorno deve essere sospeso. Altra condizione su cui Madrid pone l’accento è che “il ritorno deve essere verso un Paese sicuro” ma la Turchia, pur avendo firmato la convenzione di Ginevra, continua a mantenere limitazioni geografiche che escludono i siriani dalla possibilità di ricevere lo status di rifugiato. Anche su questo aspetto, per il governo spagnolo, Ankara deve dare garanzie sufficienti.