Bruxelles – La legge di riforma del Tribunale Costituzionale in Polonia “indebolisce la democrazia” nel Paese. È la conclusione a cui sono arrivati gli esperti legali della Commissione di Venezia, l’organo consultivo del Consiglio d’Europa. La legge “menoma il Tribunale, indebolisce la democrazia, i diritti dell’uomo e lo stato di diritto”, afferma l’organo.
La riforma in Polonia è stata criticata anche dalla stessa Corte Costituzionale, accentuando lo scontro istituzionale all’interno del Paese fra il potere giudiziario e quello esecutivo. Il governo di centro destra di Diritto e Giustizia, guidato da Beata Szydlo, ha già bollato come illegittima la posizione della Corte e come politica quella della commissione di Venezia. “La mia convinzione è la seguente: le posizione assunte della Corte Costituzionale sono posizioni di un gruppo di giudici che non hanno agito nei confini stabiliti dalla legge. Dunque sono illegali. Queste decisioni non hanno valore legale e non sono vincolanti”, ha dichiarato il ministro della Giustizia, Zbigniew Ziobro. Riferendosi al parere della commissione di Venezia invece il ministro degli Esteri polacco, Witold Waszczykowski, ha dichiarato di “ritenere che si tratti di una posizione politica e non di una decisione”, promettendo: “Ci opporremo”.
Il parere della commissione di Venezia era stato richiesto da Varsavia e Bruxelles per provare a spegnere le polemiche sulle riforme in atto nel Paese che hanno portato la Commissione europea ad aprire una procedura senza precedenti sul rispetto dello stato di diritto. Anche se le conclusioni del Consiglio d’Europa non sono vincolanti avranno un peso nella valutazione da parte dell’esecutivo comunitario. In particolare non piacciono a Bruxelles la legge sull’Alta Corte, che di fatto blocca il lavoro dei giudici sottoponendoli al controllo dell’esecutivo conservatore, e quella sulla riforma dei media pubblici.