Bruxelles – Più che di accelerare il ritmo, si tratta di passare da un lento trascinarsi ad una corsa forsennata. La Commissione europea chiede agli Stati membri di cominciare a fare sul serio sulle relocation, il trasferimento dei rifugiati dall’Italia e dalla Grecia. Se dallo scorso 23 settembre ad oggi, cioè in oltre cinque mesi, sono state ricollocate in tutto appena 885 persone e sono stati messi a disposizione dagli Stati in tutto 3.412 posti, ora l’esecutivo comunitario fissa un nuovo target, di ben altra portata: “Bisogna raggiungere una velocità di almeno 6mila persone al mese”, chiarisce il commissario Ue all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos, perché “se non funzionano le relocation tutto il sistema collassa”.
“Alcuni Stati – rimprovera – non si sono offerti di ricollocare nemmeno un singolo richiedente asilo” ma la scorsa settimana, aggiunge speranzoso, “abbiamo sperimentato il ricollocamento rapido di 287 rifugiati di cui 241 solo dalla Grecia”. Questo, è convinto, “mostra che se gli Stati si impegnano i ricollocamenti possono funzionare”. Quello fissato, insomma, non è un target troppo ambizioso anche perché “abbiamo ricevuto feedback molto incoraggianti” dalle capitali, assicura il commissario dicendosi “più che ottimista”.
Prima ancora di ricollocare i rifugiati, però, occorre avere in funzione tutti gli hotspot per registrarli e riconoscerli: “Continuiamo a lavorare con la Grecia e con l’Italia e ci sono progressi tangibili”, assicura Avramopoulos, specificando che “8 hotspot su 11 sono ora operativi” e che proprio oggi il ministro dell’Interno italiano, Angelino Alfano, “mi ha informato che quattro hotspot sono operativi in Italia” sui cinque fissati. In totale, tra i centri degli undici centri di registrazione che Atene e Roma devono mettere in funzione, ne sono ora operativi otto e “gli altri tre saranno operativi presto”, assicura il membro dell’esecutivo comunitario. Per le operazioni di registrazione nei centri, aggiunge però Avramopoulos, “Frontex, Europol ed Easo hanno bisogno urgente di esperti e ho chiesto agli Stati membri di fornirli rapidamente”.