Bruxelles – Giovanni Kessler, il capo dell’antifrode europea Olaf non sa ancora se la Commissione Ue gli ha tolto l’immunità a seguito di una richiesta della magistratura belga. Dunque ha preso carta e penna ed ha scritto a Jean-Claude Juncker per farselo dire. Ancora, però, la risposta non è nota. Ma all’orizzionte sembra prepararsi una tempesta dagli esiti imprevedibili.
Dopo giorni di indiscrezioni sulla stampa circa un “lift” dell’immunità a seguito di un’indagine su intercettazioni forse illegali legate al caso dell’ex commissario Ue John Dalli (costretto alle dimissioni per una oscura vicenda di corruzione durante l’esame della direttiva sul Tabacco) spiegano all’Olaf, “questa conferma è necessaria per dare al direttore generale la possibilità di prendere le necessarie iniziative per proteggere l’indipendenza dell’Olaf”.
L’articolo 17 del regolamento 883 (sul funzionamento dell’Olaf) dà al direttore generale la possibilità di avviare un’azione contro la Commissione europea davanti alla Corte di Giustizia se l’indipendenza dell’organismo antifrode fosse messa a rischio. “Sarebbe un passo senza precedenti – sottolineano all’organismo -, ma sarebbe anche cruciale per assicurare l’indipendenza e il corretto funzionamento dell’Olaf, e, attraverso il nostro lavoro di investigazione, per la protezione del bilancio Ue”.
Sull’immunità non ci sono notizie precise, ma a Bruxelles gira l’indiscrezione che un portavoce della magistratura abbia detto che sì, Kessler sarebbe senza più protezione.
Forse la Commissione ha già fatto le sue indagini ed ha le sue prove certe contro il capo dell’Olaf. Anche in questo caso però si tratterebbe di un precedente molto rischioso, visto il delicato lavoro che svolge l’Olaf, se la Commissione dovesse davvero avert tolto l’immunità al suo capo sulla semplice richiesta di un magistrato. Questo organismo, come d’altra parte tutti quelli della Commissione, lavorano in un contesto di Ventotto legislazioni nazionali, sovente diverse l’una dall’altra, alle volte contraddittorie, ed esporre funzionari che svolgono mansioni delicate all’incertezza sulla loro posizione davanti alle magistrature nazionali rischia di bloccare il funzionamento stesso di alcune funzioni comunitarie.
In questo caso particolare, che riguarda un corpo indipendente della Commissione che ha indagato su un suo membro, la decisione di togliere l’immunità ha anche un forte sapore politico, che sembra voler inibire l’Olaf dallo svolgimento del proprio compito. La Commissione, insomma, sarebbe controllata, ma anche controllore. Non proprio una posizione limpida.