Roma – Per promuovere l’economia circolare “potrebbe essere utile una tassazione che colpisca comportamenti dannosi” e favorisca i produttori “più sensibili alla tutela ambientale”. Lo sostiene in audizione al Senato il responsabile Energia di Federconsumatori, Alessandro Notargiovanni, secondo il quale, con lo stesso strumento della leva fiscale, si potrebbero anche tutelare i prodotti europei, realizzati nel rispetto di più rigide normative ambientali, dalla concorrenza sleale di quelli provenienti da Paesi terzi con vincoli meno stingenti sull’inquinamento.
A questo proposito “è necessario studiare uno strumento che consenta di confrontare il contenuto ambientale” dei prodotti. Potendo stabilire quali abbiano il minore impatto nel corso del loro ciclo produttivo, è il ragionamento di Notargiovanni, si può imporre una tassazione più elevata su quelli più inquinanti.
Davanti ai senatori della commissione Ambiente anche Giorgio Quagliuolo, presidente di Corepla (Consorzio nazionale raccolta riciclaggio e recupero degli imballaggi in plastica) esprime le proprie valutazioni sul pacchetto per l’economia circolare. Tra le criticità segnala gli “obiettivi particolarmente sfidanti” che vengono fissati. “Arrivare al 55% (di riciclo degli imballaggi in plastica, ndr), non dico sia impossibile ma è molto difficile”, denuncia, almeno “con le tecnologie attualmente a disposizione”.
Per questo l’esponente di Corepla considera “insostenibile” un ulteriore innalzamento dell’asticella. Già per raggiungere il target attualmente proposto, avverte, bisogna fare chiarezza sul punto di misurazione della percentuale di riciclo. “Oggi noi effettuiamo la misurazione all’entrata dell’impianto”, spiega Quagliuolo, ma se la rilevazione si spostasse all’uscita, ammonisce, si “renderebbe irraggiungibile l’obiettivo del 55%” di imballaggi riciclati. Il punto è, secondo il presidente del consorzio, che il 55% misurato all’uscita equivale al 72% registrato all’entrata. Ma con le tecnologie attuali “arriviamo a riciclare il 62% di ciò che entra” e dunque, a meno di innovazioni nel processo di riciclo, non è proprio possibile un aumento del 10%.