Bruxelles – “La task force sul cessate il fuoco ha fatto grandi passi avanti, possiamo dire che la tregua sta reggendo malgrado alcune violazioni in diverse parti della Siria”. E’ la valutazione dell’Alto rappresentante per gli Affari esteri Ue, Federica Mogherini, che ha parlato in audizione davanti alla Plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. “Il cessate il fuoco sta reggendo e la situazione sul territorio questa settimana è migliorata in modo significativo”, riporta Mogherini, secondo cui “è la prima volta in cinque anni di conflitto che non vediamo interventi militari in molte regioni della Siria, anche se registriamo ancora violazioni ma con intensità diverse”.
Ma non bisogna esagerare con l’ottimismo. “Dobbiamo sempre tenere a mente – avvisa Mogherini – che un’escalation può ancora accadere in qualsiasi momento” e che “una guerra per procura tra potenze regionali e internazionali potrebbe ancora trasformarsi in una guerra diretta”.
La guerra in Siria non è finita e non finirà la settimana prossima, ma non per questo l’Ue deve stare a guardare. Secondo l’Alto rappresentante, il compito dell’Unione è quello di continuare ad agire passo dopo passo, sfruttando lo spazio aperto dall’interruzione dell’ostilità, per contribuire a riportare la pace a Damasco e restituire il futuro della Siria ai cittadini siriani. “Due settimane fa non c’era nulla” ha spiegato l’Alto rappresentante, mentre adesso, “goccia a goccia stiamo riempiendo il bicchiere” e “per ogni goccia c’è una vita umana salvata”. La guerra, prosegue il vice presidente della Commissione europea, “è tutt’altro che finita e non finirà la settimana prossima”, ma “dobbiamo sfruttare la momentanea interruzione delle ostilità per portare più aiuto umanitario, trasformando la disperazione dei siriani in speranza”.
L’Ue, garantisce Mogherini “è unita nelle parole e nei fatti” e “le sue task force agiscono in modo coordinato”. “Il nostro compito – continua l’Alto rappresentante – non è quello di criticare” bensì di “agire al meglio, con quello che possiamo fare come comunità internazionale” dal momento che i 5 anni di guerra in Siria “sono anche il risultato delle divisioni internazionali e della pressione sul Paese”. L’Ue deve cercare di “gettare un ponte tra i molti attori che operano dentro e fuori la Siria”, attori, spiega Mogherini, che “hanno agende totalmente diverse” anche se “su certi punti sono d’accordo”. l futuro del Paese deve, in ultimi analisi, “appartenere ai siriani, si trovino essi fuori o dentro la Siria”.
Riferendosi poi alla festa della donna – pur rimanendo in tema Siria – il vice Presidente della Commissione ha fatto presente di essere l’unica donna che siede attorno al tavolo dei colloqui per la pace, precisando che questo elemento “può rendere l’idea del ruolo delle donne nella nostra comunità internazionale, anche per quanto riguarda l’Ue”. “Le donne – ha concluso Mogherini – devono sedere al tavolo negoziale perché quando questo succede si aprono più possibilità”. Sarà forse, si chiede “che avviene perché siamo più pragmatiche e cocciute?”