Bruxelles – La Commissione europea ha inviato all’Italia, e ad altri Paesi a rischio di sforo significativo degli obiettivi di bilancio, una lettera in cui si chiede di fare altre riforme. La missiva mette in evidenza la situazione, senza esprimere giudizi e senza richiedere una manovra di finanza pubblica, ma afferma che l’esecutivo si aspetta da Roma entro il 15 aprile dettagliate misure di risanamento e che la flessibilità venga usata per aumentare gli investimenti. Il deficit strutturale, che è stato pari all’1% nel 2015, dovrebbe peggiorare secondo i conti fatti da Bruxelles all’1,7% del Pil nel 2016, allontanando così la prospettiva di un pareggio strutturale. La lettera, firmata dal vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis e del commissario agli affari monetari Pierre Moscovici, e indirizzata al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, nota che i segnali puntano a una violazione nel 2015 e nel 2016 delle regole sul debito, vale a dire di quella norma che prevede una riduzione del passivo di un ventesimo all’anno su tre anni.
“Alla luce di questo quadro – si legge nella lettera riportata dal Sole 24 Ore – sarà importante per l’Italia assicurare che le misure necessarie per rispettare il percorso di aggiustamento raccomandato per raggiungere l’obiettivo di medio termine (il pareggio di bilancio, ndr) vengano annunciate e dettagliate in modo credibile entro il 15 aprile”. Si tratta della data entro la quale il governo deve presentare il nuovo piano di stabilità e il nuovo programma nazionale di riforme, inclusi nel Documento economico e finanziario.
E oggi a Strasburgo è stato presentato il pacchetto di decisioni sugli squilibri macroeconomici, nell’ambito del “semestre europeo” di governance economica dell’Eurozona. Per l’Italia si parla di “squilibri macroeconomici eccessivi”, dovuti a “debito pubblico elevato e dinamiche di protratta debole produttività”, che “implicano rischi per l’avvenire, di rilevanza transfrontaliera”, e quindi di possibili contagi. Nonostante la moderata crescita dei salari, afferma la valutazione della Commissione, “la competitività resta debole e la dinamica della produttività si è deteriorata, limitando l’aggiustamento del costo unitario del lavoro”, e inoltre “l’alto tasso di disoccupazione di lunga durata pesa sulle prospettive di crescita”. Per quanto riguarda la riduzione del debito pubblico, questo, fa notare Bruxelles, “richiederebbe un maggiore avanzo primario e crescita nominale sostenuta”. L’analisi dell’esecutivo comunitario riconosce che sono state prese azioni politiche per “riformare le istituzioni del mercato del lavoro, affrontare le sofferenze, la pubblica amministrazione, la giustizia e l’istruzione”, ma aggiunge, “restano lacune politiche, soprattutto per quanto riguarda le privatizzazioni, il quadro di contrattazione collettiva, la revisione della spesa, le azioni di liberalizzazione del mercato, tassazione e lotta alla corruzione”.