Bruxelles – Spetterà all’attuale premier slovacco Robert Fico il compito di formare un nuovo governo nel suo paese. A deciderlo è stato il presidente della Slovacchia Andrej Kiska dopo i risultati delle elezioni di sabato 5 marzo, alle quali il partito del primo ministro Smer Sd ha registrato una vittoria parziale (meno di 50 seggi sui 150 del Parlamento, che suona un po’ come uno smacco) a fronte di un’avanzata generale delle forze di estrema destra. Questo nonostante la retorica fortemente contraria all’immigrazione e alle politiche Ue in materia messa in campo dal premier nel corso della campagna elettorale.
Oltre alla vittoria dei socialdemocratici un po’ “speciali” di Fico, che hanno ottenuto il 28% dei voti – ben poca cosa rispetto al 44% del 2012 – i partiti più votati alle elezioni sono stati il liberale di centro destra Libertà e solidarietà (Sloboda a Solidarita) con il 12,1% e i populisti di Gente comune e personalità indipendenti (Olano), che hanno raggiunto l’11% del totale. Subito dietro, con l’8,6% dei voti si trovano i nazionalisti della Slovenska narodni strana. La vera novità delle consultazioni è stata tuttavia l’affermazione dello schieramento di estrema destra Ludova strana Nase Slovensko (partito popolare Nostra Slovacchia) capitanato da Marian Kotleba, che fa il suo ingresso nel Parlamento slovacco con 14 deputati, grazie all’8% dei voti.
A Fico tocca il difficile e duplice compito di allontanare sia lo spettro dell’ingovernabilità che i timori connessi alla imminente presidenza europea, che la Slovacchia ricoprirà a partire dal primo luglio, in un momento di forte turbolenza nel fronte orientale dell’Ue per le problematiche connesse all’immigrazione. Il premier ha detto che prenderà in considerazione una serie di possibili partner di coalizione, senza tuttavia indicare nessun nome preciso (con tutta probabilità i partiti di alleanza dovranno essere almeno due). “Creare un governo che abbia un senso e che goda di sufficiente stabilità non sarà facile – ha spiegato Fico – lo dico con chiarezza. Ma abbiamo l’obbligo di provarci”.