Roma – “Per la prima volta dall’inizio della crisi dei rifugiati e dei migranti in Europa, il numero di donne e bambini supera quello di uomini adulti” che cercano riparo in Europa. Dall’inizio dell’anno costituiscono “circa il 60%”, mentre nel 2015 si fermavano al 30%. Lo scrive in una nota il commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muižnieks. “Donne single che viaggiano da sole o con figli, donne incinte o che allattano, adolescenti e anziane sono particolarmente a rischio”, segnala il commissario, chiedendo “misure di protezione coordinate ed effettive” per rispondere alle particolari necessità di queste categorie.
Segnalando le preoccupazioni espresse dall’Unhcr, Unfpa e Women’s refugee commission, Muižnieks sottolinea “gli elevati rischi di subire certe forme di violenza, inclusa la violenza sessuale” ai quali le donne migranti sono esposte da parte di “trafficanti, organizzazioni criminali e individui nei Paesi” che attraversano. Non sono mancati, denuncia, episodi di abusi sessuali “commessi da guardie nei centri di accoglienza e transito, anche sul suolo europeo”.
L’esponente del Consiglio d’Europa prosegue esprimendo “seria preoccupazione”, per la “detenzione delle migranti, incluse donne incinte”. Ritiene “deplorevole che in Europa sia cresciuto il ricorso alla detenzione di migranti” e punta il dito contro “gli hotspot in Grecia e in Italia”, che “potrebbero diventare nei fatti centri di reclusione, con tutti i rischi conseguenti per la popolazione femminile di migranti”. Su questo fronte, indica, “la Corte di Strasburgo ha individuato diversi casi di violazione della Convenzione europea per i diritti umani a causa delle condizioni in cui eranno trattenute le donne, incluse quelle incinte”.
Per assicurare protezione adeguata, sostiene Muižnieks, “le procedure di asilo devono essere sensibili al genere”. Ciò “richiede l’assunzione di più intervistatrici e interpreti di sesso femminile per le procedure di asilo”, garantire ambienti adeguati in cui le donne non siano costrette a stare con uomini non appartenenti alla loro famiglia, assicurare accesso effettivo alla giustizia, tenendo conto di “quelle vittime che non sono in una posizione tale da poter riferire i crimini” subiti, per ritrosia o per timore di ritorsioni.
Il commissario ricorda poi la raccomandazione che l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha rivolto agli Stati che ne fanno parte, affinché nei rispettivi sistemi di asilo “tengano in considerazione le violenze e le persecuzioni di genere, cominciando con la raccolta, l’analisi e la pubblicazione di statistiche e informazioni sulla materia”. Allo stesso modo richiama la Convenzione di Istambul sul contrasto della violenza sulle donne, “prevede espressamente la protezione delle donne rifugiate”, imponendo ai Paesi sottoscrittori di dotarsi di “una cornice legale per equiparare la violenza di genere a una forma di persecuzione, in linea conla Convenzione Onu sui rifugiati”.
Riguardo ai profughi in genere, Muižnieks chiede ai Paesi europei di “facilitarne il passaggio sicuro e l’accesso all’asilo, migliorarne le condizioni di accoglienza, promuoverne l’effettiva integrazione e assicurarne una più equa distribuzione”. Per le donne in particolare, poi, “gli Stati e le agenzie europee devono riconoscere i rischi” a cui vanno incontro e “predisporre personale e procedure in grado di prevenire, identificare e rispondere alle violenze sessuali e di genere”. Inoltre, aspetto “cruciale” per il commissario, bisogna garantire “priorità alle donne, ai bambini e alle vittime di violenze sessuali e di genere, tanto nelle procedure di ricongiungimento familiare quanto in quelle di ricollocamento”.