Bruxelles – “Se è senza donne non è sviluppo”. Lo ha detto Neven Mimica, commissario Ue per la Cooperazione e lo sviluppo internazionale, durante il vertice Ue-Celac (i Paesi di America Latina e Caraibi) che si è svolto nella capitale belga il giorno prima dellì8 marzo, la giornata internazionale della donna. Al centro dell’incontro l’uguaglianza di genere e l’emancipazione economica delle donne. Il seminario, che ha visto la partecipazione dei leader di Europa, America latina e Caraibi, è stato un’opportunità per discutere sulla partecipazione femminile nell’economia e nel mercato del lavoro retribuito, individuato come elemento chiave per uno sviluppo sostenibile e una crescita economica a livello globale.
Il commissario Mimica ha aperto il vertice con un discorso in cui ha ricordato, prima di tutto, che la giornata dell’8 marzo è stato creato nel 1908 dalla Conferenza internazionale delle donne in ricordo di uno sciopero delle lavoratrici nell’industria dell’abbigliamento, appartenenti alla International Ladies Workers Union. Ed ha aggiunto: “Da allora, a livello globale, abbiamo percorso una lunga strada, ma purtroppo in alcune parti del mondo non molto è cambiato”. Mimica fa riferimento proprio all’industria dell’abbigliamento che risulta essere tuttora uno dei settori meno pagati e con pessime condizioni di lavoro, dove l’85% dei lavoratori è composto da donne.
I dati riportati nel discorso del commissario sono limpidi: nella maggior parte degli Stati membri dell’Unione europea il tasso di occupazione femminile è ben inferiore a quello maschile. Le donne occupano una media di 26 ore a settimana su compiti domestici e di cura, quasi tre volte tanto il tempo dedicato dagli uomini. Questo onere aggiuntivo si riflette ovviamente sul tempo che esse hanno a disposizione per lavorare in una occupazione retribuita. Infatti quasi un terzo delle donne con figli lavora a tempo parziale a causa delle responsabilità familiari. In generale, l’occupazione part-time femminile in Europa aumenta drasticamente con il numero di bambini.
A livello di salari, in America Latina gli uomini guadagnano quasi il 17% in più rispetto alle lore colleghe della stessa età e con lo stesso livello di istruzione. I dati riportati dall’Eurostat per il 2014 esemplificano la situazione per l’Ue: il differenziale retributivo di genere si attesta attorno ad un 16%, cioè, in media, per ogni euro guadagnato da un uomo le donne guadagnano 84 centesimi. Tra gli Stati membri stessi, il divario retributivo di genere, per lo stesso anno, varia da meno del 5% in Slovenia e Malta, a più del 20% in Germania, Estonia, Austria, Repubblica Ceca, e Slovacchia.
L’evento ha riunito rappresentanti dei governi, organizzazioni della società civile e altri soggetti di queste regioni, per scambiare idee ed esperienze, al fine di individuare i maggiori ostacoli all’uguaglianza di genere nell’economia e al fine di formulare misure immediate nell’ambito della cooperazione bi-regionale. Sul tema inoltre “è stato appena rinnovato l’impegno forte e ambizioso dell’Unione europea per la parità di genere nelle relazioni esterne – che è anche la mia priorità personale – con l’adozione del nuovo Piano d’azione di genere per il periodo 2016-2020”, come ha dichiarato Mimica.