Bruxelles – A partire da lunedì, con il via libera dei leader degli Stati Ue riuniti a Bruxelles per l’ennesima riunione straordinaria sull’immigrazione, “chiuderemo la rotta dei Balcani occidentali”. È l’obiettivo del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, che, nella sua lettera di invito ai leader europei, delinea le aspettative sull’incontro. “Per prima cosa dobbiamo tornare a Schengen e i Paesi della rotta dei Balcani occidentali, compresi quelli fuori dall’Ue, sono tutti determinati a tornare alla piena applicazione delle regole comuni”, assicura al termine del suo viaggio lungo la rotta. Come conseguenza, secondo il presidente del Consiglio europeo, si potrà finalmente mettere fine alla politica del ‘lasciare passare’ i migranti che è “una pre-condizione necessaria per un consenso europeo”. Lunedì, secondo Tusk, “tutti dovrebbero confermare questo approccio” e così facendo “chiuderemo la rotta dei Balcani occidentali, che è stata il principale punto di entrata dei migranti con 880mila ingressi nel 2015 e 128mila nei primi due mesi di quest’anno”.
Anche se troveranno davanti a sé le frontiere sbarrate, però, i migranti continueranno comunque a sbarcare in Grecia, Paese che, chiarisce Tusk riprendendo le parole di Alexis Tsipras, non può essere trasformato in un “magazzino di anime”. Occorre dunque “andare avanti nella cooperazione con la Turchia” visto che “il numero di ingressi illegali rimane di gran lunga troppo elevato”. Sia Ue che Ankara, spiega Tusk, sono convinte che “il flusso si possa ridurre con ritorni rapidi e su larga scala dalla Grecia di tutti i migranti che non sono bisognosi di protezione internazionale”. Davutoglu, assicura Tusk, ha già “confermato la disponibilità della Turchia ha riaccogliere i migranti salvati in acque turche”.
Dal vertice di lunedì a Tusk piacerebbe portare a casa anche un impegno ad accelerare le relocation dall’Italia e soprattutto dalla Grecia per “affrontare le conseguenze umanitarie per i rifugiati in modo rapido ed efficace”. Oggi “per la prima volta dall’inizio della crisi migratoria, posso vedere un consenso europeo che sta emergendo”, assicura Tusk. Un consenso, dice, “attorno ad una strategia complessiva che, se messa in atto lealmente, può aiutare ad arginare i flussi e combattere la crisi”.