Bruxelles – Muove finalmente i primi passi il piano d’azione comune tra Ue e Turchia per il sostegno dei rifugiati siriani nella penisola anatolica. La Commissione europea ha stanziato i primi 95 milioni di euro, dei 3 miliardi complessivi promessi, per due diverse aree di intervento. 55 milioni serviranno per far fronte alle esigenze scolastiche dei bambini siriani in Turchia, favorendo l’accesso all’istruzione formale, mentre 40 milioni andranno negli aiuti umanitari, attraverso il Programma alimentare mondiale (Wfp).
L’annuncio è stato fatto da Johannes Hahn, il commissario europeo per la politica di vicinato, durante la visita ai campi profughi nel sud-est della penisola anatolica (nelle province di Gaziantep e Kahramanmaraş), dove ha incontrato i rappresentanti politici e ha visitato una scuola elementare finanziata dall’Ue. “I bambini dei profughi siriani in Turchia hanno bisogno di accedere all’istruzione formale, in modo che possano sperare di costruirsi una vita normale in futuro” ha dichiarato Hahn, sostenendo che l’istruzione è una priorità assoluta e un impegno umano per tutta l’Europa. “Il nuovo finanziamento di 55 milioni di euro annunciato oggi vi aiuterà a superare le lacune esistenti”, ha aggiunto il commissario, “garantendo ad altri 110 mila bambini siriani l’accesso scolastico, in aggiunta ai 200 mila studenti che già partecipano ai programmi d’istruzione Ue”.
“Stiamo fornendo sostegno ai profughi in Turchia fin dall’inizio della crisi”, ha poi detto Christos Stylianides, commissario per gli Aiuti umanitari, affermando che attraverso i 40 milioni di euro si garantirà a 735 mila rifugiati siriani un pieno sostegno alimentare. “I nuovi fondi sono un ulteriore strumento che ci permette di offrire maggiori, e migliori aiuti, tutto questo grazie anche al Programma alimentare mondiale”.
Questo piano d’azione è la risposta alla richiesta dell’Europa alla crisi dei migranti. Gli Stati europei si sono impegnati a sostenere parte dei costi per il mantenimento e l’integrazione dei rifugiati in Turchia allo scopo di evitare che vengano in Europa. Il Fondo messo a disposizione, di 3 miliardi, prevede un meccanismo di coordinamento comune per le azioni, finanziate dal bilancio dell’Ue e dai contributi nazionali da parte degli Stati membri, in modo da garantire servizi efficienti e all’altezza sia delle esigenze dei rifugiati che delle comunità ospitanti.