Bruxelles – In Europa sono sempre più le relazioni tra partner provenienti da diversi Paesi, relazioni che, in caso di rottura, portano spesso con sé lunghi strascichi giudiziari. Per questo la Commissione ha adottato le proposte per chiarire le norme applicabili ai regimi patrimoniali delle coppie internazionali legate da matrimonio o unione civile. “Stiamo dando certezze a migliaia di coppie europee, sia sposate che unioni registrate, su ciò che accadrà loro nel caso in cui il sogno di passare una vita insieme non funzioni” ha detto il primo vice presidente della Commissione europea Frans Timmermans.
Gli interventi mirano: a chiarire qual è il giudice competente per aiutare la coppia a gestire la proprietà, o distribuirla tra i coniugi in caso di divorzio, separazione, o morte; chiarire qual è la legge applicabile quando alla fattispecie potrebbero potenzialmente applicarsi le leggi di più Paesi; faciliteranno il riconoscimento e l’esecuzione in uno Stato membro di una sentenza in materia patrimoniale emessa in un altro Stato membro.
Le norme si applicheranno solo a 17 Stati membri, tra cui l’Italia (gli altri sono Belgio, Svezia, Grecia, Croazia, Slovenia, Spagna, Francia, Portogallo, Malta, Lussemburgo, Germania, Repubblica Ceca, Paesi Bassi, Austria, Bulgaria e Finlandia). Questo perché nel 2015 non si è riuscito a raggiungere la necessaria unanimità in seno al Consiglio per adottare le proposte iniziali fatte dalla Commissione nel 2011. Se è deciso dunque di procedere a una cooperazione rafforzata per adottare questa normativa che riguarderà il 67% della popolazione dell’Ue, e la maggioranza di coppie internazionali che vivono al suo interno. Gli Stati non partecipanti continueranno ad applicare il loro diritto nazionale alle situazioni transfrontaliere, che si occupano di regimi patrimoniali tra coniugi, e degli effetti patrimoniali delle unioni registrate.
“In caso di divorzio, o morte, del partner, la vita per 16 milioni di coppie internazionali può diventare ancora più difficile a causa delle procedure amministrative onerose, e le situazioni giuridiche poco chiare”, mentre le nuove norme proposte, “porteranno chiarezza giuridica e faciliteranno il complicato processo di divisione dei beni comuni indipendentemente da dove si trovano”, ha affermato Věra Jourová, commissaria Ue per la Giustizia. Secondo le stime della Commissione la vita delle coppie interessate cambierà grazie al risparmio di circa 400 milioni di euro l’anno spesi in costi aggiuntivi.