Bruxelles – La Commissione europea ha pubblicato un documento in cui elenca i prossimi passi che l’Ue deve intraprendere per rispettare gli accordi sul clima raggiunti alla Conferenza di Parigi, la Cop21. Tra le altre cose la Commissione si dice pronta a perseguire il target di tenere il cambiamento climatico sotto i 2 gradi, con un obiettivo di 1,5° e per questo ha chiesto ha richiesto al Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) il foro scientifico dell’Onu, la preparazione per il 2018 di un rapporto per meglio comprendere le implicazioni di questa scelta. Inoltre l’esecutivo comunitario afferma che prenderà parte nel 2023 alla prima discussione globale con le altre parti coinvolte nell’accordo, per fare il punto della situazione sugli obiettivi fissati per il 2030.
Per Greenpeace è “deludente” che la Commissione “voglia posticipare al 2023 ogni discussione sugli obiettivi oltre il 2030”, e che “mentre riconosce il bisogno di avere grandi ambizioni, vuole aspettare la pubblicazione del report dell’Onu, ovvero il 2018”, quando è chiaro “che questo confermerà che i target Ue sono troppo bassi scongiurare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici”. L’Ue si è impegnata a ridurre le emissioni del 40% entro il 2030, ma a quanto pare ciò non basta per la Ong ambientalista. “La Commissione deve smettere di fingere la conferenza di Parigi non ci sia stata. Ha la responsabilità di intensificare azione per il clima in modo da riportare l’accordo nel prossimo legislazione in materia di fonti rinnovabili e l’efficienza energetica”, ha chiesto il policy adviser di GreenPeace Bram Claeys, secondo cui “la gente non si fiderà dell’Unione europea se continuerà a giocare a tira e molla con il riscaldamento globale e ritardare il passaggio verso il 100 per cento di energia rinnovabile”.
“È ampiamente riconosciuto che gli impegni presi da Ue e altri sono in contrasto con il raggiungimento degli obiettivi” di Cop21 e che “mantengono una pista verso un aumento di 3 gradi”, ha attaccato il Verde Yannick Jadot secondo cui “l’obiettivo primario di cercare di limitare l’aumento della temperatura globale ben al di sotto di 2 gradi e perseguendo un limite di 1,5 gradi sarebbe sostanzialmente ignorato dall’analisi della Commissione”. Per Jadot l’esecutivo “sembra si stia concentrando su alcune gamma arbitraria di azioni a medio termine”, invece che sulle cose più importanti. “Le implicazioni di questo accordo per l’Ue sono chiare”, ha sentenziato il compagno di partito Bas Eickhout: “L’Europa deve rivedere i suoi obiettivi per il 2020, 2030 e 2050”.