Bruxelles – Espellere automaticamente dal Paese tutti i cittadini stranieri che infrangono le leggi? La Svizzera dice no. I cittadini elevetici hanno respinto con una maggioranza del 59% di voti contrari, la proposta promossa dal Partito del popolo svizzero, una formazione di destra anti-immigrazione che attualmente ha il maggior numero di seggi nel Consiglio nazionale. “Oggi è stato un giorno importante per la Svizzera come Stato di diritto”, ha commentato il ministro della Giustizia svizzero, Simonetta Sommaruga, secondo cui “gli elettori hanno salvato lo Stato di diritto” nel Paese.
Il quesito è stato al centro di un acceso dibattito in Svizzera e fino all’ultimo i sondaggi erano rimasti incerti sul possibile esito della consultazione. Contro l’esplusione si sono mobilitati, come non accadeva da anni, numerosi protagonisti del mondo della cultura e la politica elvetica. Diversi appelli per il No al referendum sono stati rispettivamente firmati da oltre 200 esponenti dell’architettura, dell’arte e dello spettacolo, ben 11 dei 18 ex ministri elvetici in vita e 180 giuristi. Contro il quesito si è schierata l’associazione dei procuratori svizzeri, mentre 54 organizzazioni non governative hanno formato un comitato di opposizione.
Ma la mobilitazione non aveva fermato il partito tanti-immigrazione che ha già vinto diversi controversi referendum di stampo populista come quella contro i minareti (2009) o quella per imporre un tetto massimo agli immigrati (2014).
“È bello vedere che una relazione già complicata tra l’Ue e la Svizzera non diventa ancora più complicata”, si limita a commentare freddamente la Commissione europea prendendo nota dei risultati del referendum.