Bruxelles – Niente più armi europee all’Arabia Saudita. Lo ha proposto oggi il Parlamento europeo approvando oggi una risoluzione sulla situazione nello Yemen, nella quale gli eurodeputati hanno chiesto che venga attuata una tregua.
Poiché ci sono anche gravi sospetti che le scuole, ospedali e centri di assistenza siano presi di mira da parte della coalizione guidata dall’Arabia Saudita, i deputati dei Verdi hanno presentato un emendamento, approvato dall’Aula, che richiede che l’Unione Europea imponga un embargo sulla vendita di armi verso questo paese.
“La Svezia ha già terminato la sua cooperazione militare con l’Arabia Saudita perché i diritti umani non possono essere messi in secondo piano – affermano gli eurodeputati del Pse in una nota – e l’Unione europea non può rimanere indietro. Si dovrebbe anche fare ogni sforzo per far rispettare il trattato sul commercio di armi delle Nazioni Unite”.
I Verdi Eva Jolie e Pascal Durand, in una dichiarazione congiunta, affermano che “la richiesta di un embargo europeo sulla vendita di armi all’Arabia Saudita, riflette l’esasperazione di un continente che ha dovuto rapportarsi con l’impunità per la strage di migliaia di civili nello Yemen, per mano appunto dell’Arabia Saudita”. I due esponenti dei Verdi hanno poi aggiunto “era arrivato il momento che il Parlamento europeo cogliesse l’occasione di rendere giustizia a questo conflitto, troppo a lungo ignorata dalla comunità internazionale. L’Arabia Saudita è il secondo più grande importatore di armi al mondo, e l’Ue il suo principale fornitore”.
Secondo Jolie e Dyrand, nello Yemen le armi europee uccidono migliaia di civili, e nonostante nel 2008 gli Stati membri si fossero impegnati per smettere di vendere armi a paesi che minacciano la stabilità regionale, o che commettono gravi violazioni del diritto umanitario internazionale, Francia, Gran Bretagna, Italia e Germania avrebbero continuato la vendita a Riyadh per decine di milioni di euro, ogni anno, in armi.
I due verdi hanno poi detto “il tentativo dei conservatori di sabotare il voto in ultima analisi non ha avuto successo. E’ un vero peccato voler difendere a tutti i costi l’industria delle armi, perché in gioco c’è la vita di migliaia di persone innocenti”. Nello Yemen, sostengono, “l’86% delle vittime dei bombardamenti Sauditi, e dei suoi alleati, sono civili, non a caso vengono costantemente mirati ospedali, scuole, edifici pubblici, e organizzazioni umanitarie internazionali, come ad esempio Medici senza frontiere”.