Bruxelles – L’Italia deve applicare alla lettera le norme europee che cercano di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente delle pile scariche. A chiederlo è la Commissione Ue, che ha deciso di inviare al nostro Paese un parere motivato (la seconda tappa di una procedura d’infrazione), in quanto non le è mai giunta conferma dell’adozione ufficiale delle nuove regole.
L’italia avrebbe dovuto adattarsi alla Direttiva europea su pile e accumulatori entro il 1° luglio 2015. La normativa stabilisce nuove regole sulla commercializzazione e l’etichettatura delle pile contenenti sostanze pericolose, e prescrive agli Stati membri di fissare obiettivi quantitativi di raccolta e riciclaggio.
Bruxelles ha inviato a Roma una lettera di messa in mora il 23 settembre 2015, lamentando di non aver mai ricevuto nessuna informazione riguardo alla trasposizione della direttiva. L’Italia ha successivamente comunicato alla Commissione le disposizioni legislative di cui era prevista l’adozione, senza però mai confermare che queste siano effettivamente entrate in vigore. La Commissione ha quindi deciso ora di inviare un parere motivato e, se Roma non si attiverà entro due mesi, potrà finire davanti alla Corte di giustizia Ue.