Roma – “L’Italia considera pericolose iniziative unilaterali in tema di immigrazione e non condivide le posizioni che mirano ad attribuire a un singolo Paese, come la Grecia, la responsabilità di far fronte alla crisi migratoria”. Così il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in una telefonata con il suo omologo greco, Nikos Kostas, ha espresso sostegno ad Atene. “L’impegno di tutti è necessario – ha sottolineato il titolare della Farnesina – ma le soluzioni efficaci non possono che essere adottate nell’ambito di un impegno europeo solidale e ampiamente condiviso”.
La manifestazione di solidarietà arriva dopo che la Grecia, ieri, è stata esclusa dalla riunione di Vienna. Un incontro in cui l’Austria e nove Stati dei Balcani (Slovenia, Croazia, Buglaria, Albania, Bosnia, Kosovo, Macedonia, Montenegro e Serbia) hanno firmato un documento in cui si impegnano a non consentire il passaggio di migranti sul loro territorio, se non a quelli “in chiara necessità di protezione”. Una formula potrebbe voler dire la chiusura delle porte a chi non ha nazionalità siriana o irachena. Per i dieci Paesi, infatti, “non è possibile trattare un numero illimitato di migranti e richiedenti asilo”.
Sorge così un nuovo problema per l’Ue. Mentre oggi si riunisce il Consiglio Giustizia e Affari interni, proprio per discutere della gestione comune delle frontiere esterne, si apre la questione di alcuni Stati membri che si accordano in modo unilaterale con Paesi terzi per affrontare un’emergenza sulla quale ormai da quasi un anno i 28 non stanno riuscendo a trovare una soluzione comune.