Bruxelles – Crescono le incertezze sull’aumento (biennale) della quota di importazioni agevolate in Europa di olio d’oliva dalla Tunisia. Il progetto che dovrà essere votato domani dal Parlamento europeo, è sostenuto dalla Commissione per aiutare il processo di transizione democratica del Paese, obiettivo condiviso da tutti gli europarlamentari, ma quelli italiani, in particolare, contestano il metodo scelto perché sarebbe una sorta di “dumping” nei confronti della produzione nostrana.
Gli schieramenti sono spaccati anche al loro interno, tra chi è pronto a sostenere la proposta, chiarendo però che non si tratta di una questione strutturale, ma limitata nel tempo e sostenuta da particolare valore politico, e chi dice che potrebbero essere usati strumenti diversi. Il dubbio serpeggia però sempre più forte, vista la fiera opposizione dei produttori italiani. C’è da dire che, con tutta evidenza, questa parte di sforzo dell’Unione europea verrebbe sostenuta praticamente solo dalle aree meno ricche dell’Ue (Italia del Sud, Grecia, parte della Spagna) “e dunque è molto facile per il resto dell’Unione sostenerla, tanto non interessa quasi a nessuno”, spiega un europarlamentare. Altri sostengono che, in realtà lo sforzo è sostenibile perché la quota di aumento concessa alla Tunisia non inciderebbe in maniera significativa sulle quantità disponibili sul mercato europeo.
Non basta dunque una battaglia “solo” italiana, greca e spagnola a imporre un ripensamento. Dalla Tunisia, altro elemento che sta inserendo dei tarli anche in chi fino a poco tempo fa era favorevole al provvedimento, alcune Organizzazioni non governative dicono che per loro sarebbe molto più utile un incisivo sostegno al turismo, che crea una ricchezza molto più diffusa e stabile, ma che dopo i recenti attentati terroristici stenta a riprendere.
Una via d’uscita, spiega un altro parlamentare, potrebbe essere l’approvazione di un paio di emendamenti (ma forse anche solo un ordine del giorno) al progetto legislativo della Commissione per imporre uno stop all’iter di esame, per tentare un ripensamento. Su questo sembra che possa esserci un’intesa nei gruppi, potrebbe essere un escamotage non necessariamente per risolvere la questione, ma almeno per prendere tempo.
L’aumento di cui si discute è di 35.000 tonnellate, che si aggiungerà al contingente tariffario senza dazio annuale di 57.000 tonnellate già accordato permanentemente alla Tunisia per l’importazione di olio d’oliva in tutto il mercato Ue. La produzione italiana annuale, da sola, è di circa 400.000 tonnellate all’anno, al secondo posto nell’Ue dopo la Spagna (oltre un milione di tonnellate) e prima della Grecia (300.000 tonnellate).