Roma – I cittadini britannici che vogliono la Brexit superano quelli che voglio mantenere il Regno unito nell’Ue, anche se di poco. Il dato emerge dal primo sondaggio effettuato dopo l’accordo raggiunto nel Consiglio europeo sulle nuove condizioni per la permanenza di Londra tra i 28. Secondo l’indagine demoscopica, effettuata da YouGov per il quotidiano Times, il 38% dei sudditi di Sua Maestà sono favorevoli all’uscita, mentre il 37% sono contrari.
La partita della campagna referendaria – la consultazione popolare è prevista per il 23 giugno prossimo – si giocherà dunque sull’elevato numero di indecisi, il 25% stando al sondaggio. I dati sono significativi perché le rilevazioni, basate su 3.482 interviste, sono state effettuate tra il 21 e il 23 febbraio, dunque dopo il raggiungimento dell’accordo tra il premier David Cameron e gli altri 27 leader europei. L’intesa sembra aver prodotto l’effetto sperato, dal momento che a inizio mese il distacco tra favorevoli e contrari alla Brexit era di 9 punti percentuali, con i primi in netto vantaggio.
Nella campagna elettorale per il referendum, praticamente già iniziata, dicono la loro anche alcuni ex alti ufficiali delle forze armate. In 13, tra ammiragli di marina, generali dell’esercito e dell’aviazione, hanno sottoscritto una lettera diffusa da Downing Street, residenza del primo ministro, sostenendo che il Regno unito “è più sicuro in Europa” contro “le minacce globali”. Secondo gli ex ufficiali, “il ruolo del Regno unito nell’Unione europea rafforza la sicurezza di cui beneficiamo facendo parte della Nato, aggiunge capacità e flessibilità in termini di cooperazione nella difesa, e ci permette di esercitare un più forte potere sul palcoscenico internazionale”.
Contro la Brexit si mobilita anche il mondo della grande industria. Il colosso dell’aviazione Airbus, infatti, riconosce che “la decisione spetta ai cittadini britannici”, ma non nasconde non valutare in modo positivo l’ipotesi dell’uscita. A dirlo sono stati l’amministratore delegato della società, Tom Enders, e il responsabile delle attività britanniche, Paul Kahn, nel corso della presentazione dei risultati annuali del gruppo. “Una Brexit non avrebbe un effetto positivo sulla competitività delle nostre attività in Gran Bretagna”, ha sottolineato Enders, mentre Kahn ha precisato che “il successo” di Airbus nel Regno unito “è legato all’integrazione ed è un’integrazione industriale europea. Quindi – ha concluso – ovviamente una Brexit avrebbe un impatto sulla nostra competitività, e per questo non la vediamo di buon occhio”.