Bruxelles – I Paesi dei Balcani e l’Austria fanno blocco per fermare l’afflusso di migranti che arrivano in Europa attraverso la Grecia. A Vienna si sono riuniti insieme al governo locale Slovenia, Croazia, Buglaria, Albania, Bosnia, Kosovo, Macedonia, Montenegro e Serbia. “Il flusso di migrazione lungo il percorso dei Balcani occidentali deve essere sostanzialmente ridotto”, chiedono i dieci Paesi che hanno concordato alcune misure comuni tra cui quella di consentire solo il passaggio delle persone “in chiara necessità di protezione”. Il che potrebbe voler dire soltanto a iracheni e siriani, ma non i cittadini afgani o di altre nazioni non considerate a rischio dall’Europa i cui migranti vengono ritenuti solo economici.
“Non è possibile trattare un numero illimitato di migranti e richiedenti asilo”, si legge nella dichiarazione comune pubblicata a fine incontro. Il testo cita “risorse e capacità di ricezione limitate, potenziali conseguenze per la sicurezza interna e la coesione sociale così come le sfide riguardanti l’integrazione”. I dieci Paesi ricordano che il diritto di asilo non comprende la scelta di “un Paese di preferenza”, e per questo il documento chiede standard comuni nella registrazione delle persone in ingresso in Europa.
All’incontro non è stata invitata la Grecia, che ha ritenuto questa decisione “unilaterale e non amichevole”. In Austria ci sono state più di 90mila richieste d’asilo nel 2015, il secondo numero più alto in Europa se si rapporta alla popolazione del Paese. Un numero comunque molto basso rispetto a cosa accade in Grecia in cui sono transitati oltre 100mila migranti solo quest’anno.