Bruxelles – Nel valutare se abbandonare o meno l’Unione europa, il Regno Unito dovrebbe considerare anche le ripercussioni sulla propria politica estera, visto che alcuni obiettivi del Paese in questo settore possono essere raggiunti soltanto attraverso gli strumenti dell’Unione europea. L’avvertimento arriva dall’Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione europea, Federica Mogherini, che intervenendo al Parlamento europeo valuta anche le possibili ripercussioni di una Brexit. Il Regno Unito costituisce “un valore aggiunto alla politica estera Ue e questo è evidente ogni giorno”, sottolinea Mogherini prendendo ad esempio il contributo britannico nel Gruppo di supporto per la Siria o nella lotta contro i trafficanti di migranti. Un apporto “vitale”, senza cui “il lavoro sarebbe completamente diverso, la politica estera dell’Ue sarebbe completamente differente”, ammette l’Alto rappresentante, che spiega di avere affrontato il tema con David Cameron nel corso dell’ultimo Consiglio europeo.
Ma Londra con una Brexit non si troverebbe in una situazione più semplice per quanto riguarda il suo posizionamento nello scacchiere mondiale: “Gli interessi britannici possono essere serviti meglio, e a volte solo, attraverso strumenti europei”, avverte Mogherini. L’Alto rappresentante prende ad esempio i vantaggi commerciali promessi dall’Ue alla Giordania, nel corso della recente conferenza di Londra, in cambio dell’integrazione dei rifugiati siriani nel mercato del lavoro del Paese. Un progetto che recepiva un’idea britannica, ricorda Mogherini, ma che “non sarebbe stato possibile senza l’Ue”. Insomma, insiste la vicepresidente della Commissione europea, “in alcuni casi l’agenda del Regno unito, specialmente sulla politica estera e di sicurezza non solo è servita meglio ma può essere servita solo attraverso strumenti Ue, che hanno un peso rilevante”.
Ma la scelta spetta ai cittadini britannici, ricorda Mogherini rispettando la posizione della Commissione europea di non entrare nella campagna referendaria, e “se non prenderanno la decisione di rimanere farò tutto quello che posso – garantisce – per lavorare su base bilaterale” perché in quel caso “le relazioni con il Regno Unito ricadranno sotto la mia responsabilità” come ogni “relazione esterna”.