Bruxelles – Come anticipato ieri da Eunews la Commissione europea oggi conferma che “sta coordinando uno sforzo di pianificazione di emergenza, per offrire sostegno in caso di crisi umanitaria sia all’esterno che all’interno dell’Ue, nonché per coordinare ulteriormente la gestione delle frontiere”. Lo dicono in un comunicato congiunto il ministro olandese per l’Immigrazione e presidente di turno del Consiglio Ue, Klaas Dijkhoff, e il commissario europeo Dimitris Avramopoulos.
I due si dicono “preoccupati per gli sviluppi lungo la rotta dei Balcani e per la crisi umanitaria che potrebbe svilupparsi in alcuni Paesi, specialmente in Grecia”. Per questo la richiesta a tutti gli Stati lungo la rotta è di “preparare i necessari piani di emergenza per affrontare i bisogni umanitari” dei migranti. Sforzi che poi la Commissione europea sosterrà con piani umanitari di emergenza “fuori e dentro l’Ue”. Per il commissrio e il ministro “tutti gli Stati membri dovrebbero agire in uno spirito comune di solidarietà e responsabilità, soprattutto nei momenti in cui sono necessari l’unità e soluzioni comuni. La Commissione e la Presidenza – garantiscono – stanno lavorando duramente su questo e l’Ue nel suo complesso è pronta ad assistere”.
Ad impensierire è la situazione sempre più critica lungo la rotta balcanica, dopo la decisione della Macedonia di chiudere l’accesso nel Paese ai profughi afghani, bloccando migliaia di persone al confine con la Grecia. A scaldare gli animi c’è anche l’atteggiamento di Vienna, che dopo avere introdotto un tetto massimo di 80 richiedenti asilo al giorno che saranno accettati nel Paese, ha convocato per domani un mini summit dei Paesi lungo la rotta balcanica per tentare di ridurre i flussi verso il nord Europa e ha scelto di non invitare Atene. Una mossa “unilaterale e non amichevole”, ha lamentato il ministro degli Esteri greco, Nikos Kotzias secondo cui l’esclusione greca “dà l’impressione che qualcuno, in nostra assenza, stia accelerando decisioni che ci riguardano direttamente”.
“In seguito al Consiglio europeo e in vista del Consiglio Giustizia e affari interni del 25 febbraio – spiegano Dijkhoff e Avramopoulos – desideriamo esprimere la nostra comune determinazione a perseguire un approccio europeo alla crisi dei rifugiati”. La Presidenza olandese del Consiglio e la Commissione sono quindi “in costante contatto con tutte le parti interessate e i Paesi lungo la rotta dei Balcani occidentali e stanno seguendo da vicino gli sviluppi nella regione e sul terreno ai valichi di frontiera. Tuttavia, tutti i Paesi coinvolti hanno la responsabilità e l’obbligo di rispettare le regole europee e porre fine all’approccio di lasciar passare” i migranti e “dovrebbero prendere in considerazione gli effetti nei Paesi vicini”.