- L'Europa come non l'avete mai letta -
venerdì, 16 Maggio 2025
No Result
View All Result
  • it ITA
  • en ENG
Eunews
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Difesa
  • Net & Tech
  • Agrifood
  • Altre sezioni
    • Cultura
    • Diritti
    • Energia
    • Green Economy
    • Finanza e assicurazioni
    • Industria e Mercati
    • Media
    • Mobilità e logistica
    • Salute
    • Sport
  • Newsletter
  • Invasione russa in Ucraina
  • Energia
  • Israele
  • Usa
    Eunews
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • Salute
      • Sport
    No Result
    View All Result
    Eunews
    No Result
    View All Result

    Home » Politica » Brexit, Cameron strappa l’accordo: “Abbastanza per rimanere nell’Ue”

    Brexit, Cameron strappa l’accordo: “Abbastanza per rimanere nell’Ue”

    Dopo due giornate di negoziati estenuanti, il premier britannico vince sul taglio dei benefit sociali e sull'esclusione da una "unione sempre più stretta" di Stati ma è costretto ad alcune rinunce

    Letizia Pascale</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@LetiziaPascale" target="_blank">@LetiziaPascale</a> di Letizia Pascale @LetiziaPascale
    20 Febbraio 2016
    in Politica
    Cameron brexit Ue

    Bruxelles – Porta a casa un accordo, e visto il tenore delle discussioni non era affatto scontato, strappa alcune concessioni, ma senza trionfare. Dopo due giornate di trattative estenuanti, il premier britannico, David Cameron, torna in patria con in tasca un’intesa che gli permetterà di sostenere attivamente il ‘no’ alla Brexit e di tenere, con ogni probabilità, il referendum già il prossimo 23 giugno. Missione compiuta dunque, anche se con qualche rinuncia. Per giungere al risultato, Cameron ha dovuto cedere su alcune delle sue richieste. Meno lungo di quanto Londra avrebbe voluto il periodo di possibile applicazione di taglio dei benefit per i cittadini degli altri Paesi Ue (sette anni invece di 13), retroattività per l’indicizzazione dei “child benefit” soltanto dal 2020 e nulla di fatto pure per il desiderio di Londra di potere bloccare le decisioni sgradite dei Paesi dell’Eurozona. Bene invece, per Cameron, la conferma di una futura modifica dei Trattati e la specifica sulla libertà di Londra di sottrarsi ad una “ever closer union”.

    “Credo che sia abbastanza per raccomandare che il Regno Unito rimanga nell’Unione europea, prendendo il meglio dei due mondi”, ha commentato a fine vertice il premier britannico, dicendosi “molto grato”, nei confronti degli altri leader che “sono stati straordinariamente pazienti e hanno mostrato grandissima buona volontà”. Io “non amo Bruxelles, amo la Gran Bretagna e il mio lavoro è proteggere il mio Paese”, ha sottolineato Cameron, assicurando che grazie all’accordo di questa sera Londra “sarà fuori da un’unione sempre più stretta, fuori da un super-stato europeo e non adotterà mai l’euro”.

    L’accordo raggiunto “rafforza lo statuto speciale del Regno Unito nell’Ue” e “affronta tutte le preoccupazioni di Cameron ma senza compromettere i nostri valori fondamentali”, ha sostenuto il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk ad accordo raggiunto. “Ora sta al popolo britannico”, ricorda il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, secondo cui “l’accordo garantisce il mutuo rispetto tra gli Stati”, assicura che “il mercato unico resti intatto” e che “nessuno possa bloccare gli Stati che vogliono integrarsi di più”.

    “È un buon accordo per la Gran Bretagna e per l’Ue”, si è detto convinto anche il premier italiano, Matteo Renzi. La battaglia di Cameron, sottolinea, lancia una necessaria riflessione su “cos’è l’Europa perché se non non ripartiamo per un’Europa innovativa brillante, affascinante e dinamica perdiamo la sfida con la storia”.

    A portare all’accordo, una surreale giornata fatta di attese e bilaterali incrociati ad oltranza. L’idea iniziale era quella di sedersi intorno ad un tavolo alle 11 per una english breakfast risolutiva, ma ci si è dovuti presto arrendere a trasformarla in un brunch, poi in un lunch e infine in una dinner, iniziata soltanto alle 20,30. Troppe le rimostranze di ognuno su qualche punto della proposta per puntare diretti all’accordo. Meglio, prima della riunione a ventotto, tentare di risolvere le questioni una ad una in confronti diretti. Facile a dirsi, molto meno a farsi.

    Nessuna delle capitali si è dimostrata disposta a cedere senza dare battaglia. A cominciare dal fronte dell’est, preoccupatissimo per i tagli proposti da Cameron in fatto di welfare. Per prima cosa c’era la questione del taglio dei benefit per i lavoratori di altri Paesi Ue trasferitisi nel Regno Unito. Nel tentativo di riguadagnare consensi in patria, Cameron, con un colpo di coda finale, ha alzato il tiro e tentato di rilanciare sulla possibile durata della misura: stop ai benefit per sette anni, prolungabili per due volte di ulteriori tre anni (13 anni in tutto), ha insistito il premier britannico. Ma la richiesta ha incontrato una resistenza altrettanto strenua da parte della Commissione europea, pronta ad arrivare fino ad un massimo di complessivi 7 anni, ma soprattutto da parte del gruppo di Visegrad (Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia) che chiedeva non si andasse oltre i 5 totali. A spuntarla è stato l’esecutivo comunitario che è riuscito a fare convergere i ventotto sulla sua ipotesi: 7 anni di possibile sospensione ‘one shot’, senza possibilità di rinnovo. Questa parte dell’accordo (la più sostanziale) è comunque vincolata al passaggio al Parlamento europeo, che ha chiarito di non poter garantire in anticipo alcun via libera.

    Il premier britannico ha dovuto cedere qualcosa anche sul taglio dei “child benefit”, una (piccola) parte dei quali vola fuori dal Regno Unito, a vantaggio dei figli di immigrati Ue, rimasti nel Paese di origine. Londra ha deciso di indicizzarli al costo della vita nello Stato in cui il bambino vive e avrebbe voluto farlo da subito in modo retroattivo, anche per gli assegni che già vengono emessi. Ma il blocco dei Paesi dell’Europa dell’est si è messo di traverso, capitanato dalla Polonia (che gode di oltre il 60% dei benefit concessi a cittadini non britannici), e l’ha in parte spuntata. Il taglio scatterà da subito, ma soltanto per i nuovi arrivi, mentre dal 2020 potrà essere esteso a tutti i benefit, anche retroattivamente.

    Arduo è stato anche giungere ad un accordo sulla governance economica. Il Regno Unito sperava di ottenere che il settore finanziario di Londra potesse attivare una sorta di meccanismo di salvaguardia per “difendersi” quando riteneva di essere danneggiato da una decisione presa dai Paesi dell’Area euro. Richieste che hanno fatto salire sulle barricate diversi Paesi, Italia inclusa, guidati da Francia e Belgio, fortemente contrari ad un diritto di veto per il Paese. Londra è comunque riuscita ad assicurarsi che il Consiglio debba ridiscutere un atto, qualora anche un solo Stato esterno all’unione bancaria dimostri con una opposizione ragionata di essere danneggiato rispetto ai Paesi dell’area euro.

    Piccola vittoria per Cameron sul fronte della modifica dei Trattati. Il premier britannico è riuscito a portare a casa almeno che nell’accordo sia messo nero su bianco che, alla prossima “apertura” dei Trattati, quello che ora è stato concordato con un accordo intergovernativo, sia inserito nel testo.

    Accontenta invece un po’ tutti la soluzione di compromesso trovata sul capitolo “filosofico” della questione britannica, quello legato alla definizione dell’Ue come di una “unione sempre più stretta” di Stati. Cameron insisteva perché si specificasse che gli Stati non sono obbligati ad una maggiore integrazione ma ai Paesi del nocciolo duro dell’Ue non piaceva “l’intromissione” britannica nella volontà di integrazione altrui. Il testo finale, dunque, specifica chiaramente “il riferimento ad una unione sempre più stretta non si applica al Regno Unito”. Salvando così capra e cavoli e svincolando Londra pur lasciando liberi gli altri Stati di spingersi oltre nell’integrazione.

    Tutto l’accordo è comunque vincolato ad una specifica clausola, inclusa su insistenza del Belgio, secondo cui tutto quello che è stato concordato si “autodistruggerà” nel caso i cittadini britannici decidano di votare per uscire dall’Unione.

    Tags: brexitcameronconsiglio europeoeucoGran BretagnajunckerlondraRegno Unitorenzituskue

    Ti potrebbe piacere anche

    rifugiati Bulgaria
    Diritti

    Le deportazioni di rifugiati dal Regno Unito alla Bulgaria potrebbero violare i diritti umani

    13 Maggio 2025
    [foto: CEPS]
    Politica Estera

    L’Ue pronta a continuare con le sanzioni alla Russia: “Tenere alta la pressione”

    13 Maggio 2025
    Il Garante Ue per la privacy, Wojciech Wiewiórowski (Foto:European Data Protection Supervisor)
    Net & Tech

    Dal Garante europeo della protezione dei dati nuove linee guida sulla privacy nelle politiche Ue

    13 Maggio 2025
    e-commerce Italia sviluppo shopping on line
    Economia

    E-commerce, ‘sì’ di Francia e Italia ai dazi sui prodotti sotto i 150 euro

    13 Maggio 2025
    Marcinelle Italiani Belgio
    Diritti

    Ue, la proposta italiana: 8 agosto ‘giornata europea in memoria delle vittime del lavoro’

    13 Maggio 2025
    Difesa e Sicurezza

    Difesa, firmato il protocollo per l’integrazione industriale dell’Ucraina nell’Ue

    12 Maggio 2025

    TUTTI GLI EVENTI CONNACT

    Il Rapporto Draghi in italiano

    di Redazione eunewsit
    9 Settembre 2024
    CondividiTweetCondividiSendCondividiSendCondividi
    Made with Flourish
    dazi sefcovic

    Dazi, l’Ue punta a una soluzione di lunga durata: “Piano B? Speriamo di non usarlo”

    di Giulia Torbidoni
    15 Maggio 2025

    Il commissario Ue al Commercio Šefčovič: "Qualsiasi accordo venga firmato dovrebbe risolvere la situazione attuale, ma anche gettare le basi...

    Volodymyr Zelensky

    Ucraina, tutti gli occhi su Istanbul (ma senza Putin e Zelensky)

    di Francesco Bortoletto bortoletto_f
    15 Maggio 2025

    Nella città sul Bosforo potrebbero iniziare già in serata i colloqui tra le delegazioni di Mosca e Kiev, nonostante sia...

    crisi abitativa

    Crisi abitativa, 15 sindaci europei chiedono a Bruxelles un fondo per la casa da 300 miliardi all’anno

    di Simone De La Feld @SimoneDeLaFeld1
    15 Maggio 2025

    Il sindaco di Roma Gualtieri: "Le nostre città hanno bisogno di circa 80 miliardi fino al 2030". Sul piatto la...

    La Dieta Mediterranea al Parlamento Ue: un investimento in sanità, sviluppo e territorio

    di Marco La Rocca
    15 Maggio 2025

    Il dibattito tra agricoltura e sanità all'europarlamento la propone come asset multifunzionale. Il sottosegretario Gemmato: “Fondamentale strumento di prevenzione”, il...

    • Editoriali
    • Eventi
    • Lettere al direttore
    • Opinioni
    • Risultati Europee 2024
    • Chi siamo
    • Contatti
    • Privacy Policy
    • Cookie policy

    Eunews è una testata giornalistica registrata
    Registro Stampa del Tribunale di Torino n° 27

    Copyright © 2025 - WITHUB S.p.a., Via Rubens 19 - 20148 Milano
    Partita IVA: 10067080969 - Numero di registrazione al ROC n.30628
    Capitale sociale interamente versato 50.000,00€

    No Result
    View All Result
    • it ITA
    • en ENG
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa e Sicurezza
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Agenda europea
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Gallery
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Lettere al direttore
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • News
      • Opinioni
      • Sport
      • Salute
    • Editoriali
    • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
    • Report Draghi
    • Risultati Europee 2024
    • Eventi
    • Le Newsletter di Eunews

    No Result
    View All Result
    • it ITA
    • en ENG
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa e Sicurezza
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Agenda europea
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Gallery
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Lettere al direttore
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • News
      • Opinioni
      • Sport
      • Salute
    • Editoriali
    • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
    • Report Draghi
    • Risultati Europee 2024
    • Eventi
    • Le Newsletter di Eunews

    Attenzione