Roma – Il pacchetto sull’economia circolare – con le proposte di dierettive sui rifiuti e il Piano d’azione presentati dalla Commissione europea il 2 dicembre scorso – oltre a “ridurre l’emissione annua di gas serra dal 2 al 4%”, possono garantire “risparmi per 600milioni di euro” e dare al Pil dell’Ue “una spinta potenziale del 4%” di crescita. È quanto ha dichiarato il commissario europeo per l’Ambiente e la pesca, Karmenu Vella, illustrando in Senato l’iniziativa dell’esecutivo comunitario.
Davanti ai deputati e senatori delle commissioni Ambiente e Politiche Ue, il maltese ha sottolineato come queste stime dimostrino che l’economia circolare sia utile non solo all’ambiente ma anche all’economia. Una considerazione condivisa la settimana scorsa anche da Simona Bonafè, europarlamentare della commissione Envi e relatrice del pacchetto, la quale però aveva bollato come “debole” la proposta.
Vella ha tessuto le lodi del Collegato ambientale alla Legge di stabilità italiana per il 2016. “Può essere un modello per gli altri Stati membri”, ha dichiarato, perché è in “sinergia con il pacchetto” proposto dalla Commissione. “Se l’Italia implementerà pienamente questa legislazione e si muoverà in direzione dei target indicati per incrementare il riciclo e diminuire il conferimento di rifiuti in discarica”, ha proseguito, “potranno essere creati migliaia di posti di lavoro”.
Un obiettivo urgente per il nostro Paese, quello di abbassare drasticamente il ricorso alle discariche, viste anche le procedure di infrazione pendenti. “Per farlo c’è uno strumento inserito nello Sblocca italia: costruire un network di termovalorizzatori”, è quanto ha indicato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, intervenendo a un incontro organizzato dalla Fondazione sviluppo sostenibile. Sono otto gli inceneritori necessari, secondo l’esponente del governo, “a patto che ci siano dei presupposti, e cioè che i comuni raggiungano gli standard europei di raccolta e si riesca a ridurre la produzione dei rifiuti”. Galletti è convinto che la “sfida” posta dalla “direttiva Ue sull’economia circolare la si possa vincere”, ma “solo se riusciamo a coordinare un’azione condivisa tra istituzioni, produttori, comuni e consumatori finali”.
In questa direzione i buoni esempi non mancano. È stato lo stesso Vella a citarne uno nel corso della sua audizione, quello di Contarina, l’azienda pubblica per il trattamento dei rifiuti di Treviso e altri 50 comuni della provincia. In quella realtà, “nel 2000, il tasso di riciclo era inferiore al 30% – ha indicato il commissario – e due anni dopo è balzato al 65%, per arrivare al ragguardevole 85% di oggi”.
Per mettere in pratica la svolta dall’economia lineare a quella circolare servono anche investimenti. Secondo Vella, anche se la Commissione sta facendo la sua parte – ad esempio con “il programma chiamato ‘Industria 2020 nell’economia circolare’, da 650milioni di euro” – bisogna stimolare gli investimenti privati. “Uno strumento molto importante” a tale riguardo è “il Fondo europeo per gli investimenti strategici (Efsi)”, che può essere determinante “specialmente nelle aree in cui le banche commerciali esitano ancora a impegnarsi”.
Il politico maltese ha volto infine “porgere il ringraziamento della Commissione europea per la consultazione pubblica sull’economia circolare lanciata dal Senato italiano”. L’iniziativa è aperta fino al prossimo primo aprile. Cittadini, imprese, soggetti pubblici e privati potranno inviare i loro suggerimenti. Questi verranno presi in considerazione per formulare il parere che il Senato invierà alle istituzioni europee nel valutare il pacchetto. Il bando sul sito web di Palazzo Madama indica le modalità per la partecipazione e fornisce i documenti consultabili sull’argomento.