Bruxelles – David Cameron ne ha fatto un cavallo di battaglia nei suoi negoziati sulla Brexit: “Basta agli assegni per figli a carico che se ne volano in altri Paesi dell’Unione europea”. Ma quante persone davvero risiedono nel Regno Unito, hanno figli a carico che vivono in un altro Stato Ue e usufruiscono di questo benefit messo a disposizione da Londra? Un numero irrisorio, che costituisce appena lo 0,26% di tutti i cosiddetti “child benefit” emessi dal Regno Unito. È quanto emerge da uno studio del think tank Bruegel che ha raccolto i dati sugli assegni concessi alle famiglie britanniche e ai residenti nel Regno Unito provenienti da altri Paesi Ue. Ebbene nel 2013, è risultato, lo Stato britannico ha speso per i “child benefit”, di britannici e non, 11 miliardi e mezzo di sterline e a beneficiarne sono state 7 milioni e mezzo di famiglie per oltre 13 milioni di bambini. Di tutte queste famiglie, però, appena 20.288 hanno ricevuto assegni per 34.052 bambini che vivono fuori dal Regno Unito. Una percentuale, insomma, irrisoria rispetto al totale.
Degli assegni usciti dal Regno Unito, la grande maggioranza, ben il 64,9%, è andata a favore di oltre 13mila bambini residenti in Polonia. A seguire, tra chi ne ha fatto più uso, gli irlandesi (6%) con 1.231 bambini che ne hanno beneficiato e i lituani (5,9% cioè 1.215 bambini). Hanno ricevuto il benefit anche 789 bambini in Francia e 600 in Spagna mentre appena 156 in Italia. Il nostro Paese non sta infatti opponendo particolare resistenza all’idea del premier britannico di mettere mano al benefit.
L’idea di Cameron è quella di diminuire gli assegni, indicizzandoli al costo della vita nel Paese di destinazione. I benefit settimanali in Gran Bretagna sono di 20,70 sterline per il figlio maggiore o il figlio unico, con ulteriori 13,60 sterline a settimana in caso di un altro figlio. In Polonia, ad esempio, l’assegno per i figli sta sulle 14-21 sterline al mese, mentre in Lituania èpari a circa 29 sterline al mese.