Bruxelles – Lasciare la crisi migratoria e dei rifugiati sulle spalle di Italia e Grecia sarebbe la fine dell’Europa. Ne è convinto il Ministro dell’Interno Angelino Alfano che alla riunione di pre-vertice Ue del Partito popolare europeo (Ppe) dichiara che i due Paesi “non possono pagare da soli il conto di un intero movimento globale di profughi che scappano da guerre e persecuzioni”.
L’Italia merita la dovuta considerazione perché senza di essa “l’Europa non ha dove andare”, attacca Alfano, riferendosi ad una possibile creazione di una mini-Schengen in seguito ad un effetto domino nell’attuazione dell’articolo 26 – che prevede la possibilità di sospensione temporanea di Schengen. Poi tira in ballo con l’altro tema caldo del momento – e della giornata – facendo notare che un “assetto in cui il Regno Unito facesse il referendum per andar via con un’Italia che dovesse subire una scelta di questo genere” renderebbe l’Ue un’unione “senza futuro”. Insomma non bisogna commettere altri errori quando già è stato accumulato un forte ritardo nelle decisioni. “L’Europa ha capito in ritardo quale è la soluzione” spiega il titolare del Viminale e “adesso non può andare anche nella direzione sbagliata” solo perché qualche paese “è spaventato o preoccupato”. Quello che va fatto ora, continua il ministro dell’Interno è “proteggere le frontiere esterne, risolvere la crisi siriana e aiutare la Turchia a proteggere il flusso in uscita”, secondo una strategia “molto complessa” che può essere portata avanti solo “da un’Europa unita”. Stando così le cose, spiega Alfano, Dublino è ormai obsoleta. “E’ fuori dal buonsenso – spiega il capo del Viminale – caricare sul paese d’ingresso questi flussi enormi”. Dublino “è stata scritta quando si pensava che i rifugiati” avessero intenzione “di scegliersi il paese nel quale richiedere l’asilo” e “adesso che c è questo fiume di persone”, conclude il ministro dell’Interno – del Dublino è ingiallito fa parte di un passato che non rispecchia piu’ l’Europa di oggi”.