Roma – “I primi a perdere sarebbero i sudditi di Sua Maestà” se il referendum britannico sulla Brexit decretasse l’uscita del Regno unito dall’Unione europea. Lo pensa il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che lo ha dichiarato riferendo in Parlamento in vista del vertice europeo di Bruxelles. Ma allo stesso tempo, ha precisato, “sarebbe una sconfitta per l’Europa intera” perché “ci vedrebbe interrompere un percorso di allargamento” che non si è mai arrestato prima d’ora. Certo il percorso è proseguito “in modo troppo frettoloso“, ritiene il capo dell’esecutivo, ma ora che l’Ue è a 28 non ha bisogno di perdere pezzi, anzi, deve colmare una “carenza” allargandosi “ai Balcani”.
Dunque è necessario che “vengano fatti tutti gli sforzi” per evitare la Brexit, secondo Renzi, ma senza “accettare pedissequamente ogni richiesta” del premier britannico, David Cameron. È fondamentale che l’accordo su cui i 28 proveranno a convergere per tenere il Regno unito nell’Ue “non indebolisca l’Eurozona”, ha sottolineato l’inquilino di Palazzo Chigi. È questo il “paletto” che l’Italia porrà per evitare “un segnale di debolezza per i mercati e per la moneta unica”.
Debolezza che sarebbe esiziale in un momento come questo, in cui la turbolenza che investe i titoli bancari sta interessando anche la Germania. “La vera questione delle banche, in Europa, è la questione enorme che riguarda la prima e la seconda banca tedesca”, ha segnalato il titolare dell’esecutivo. Io “faccio il tifo” per loro, ha aggiunto, ma “nella pancia di molte banche europee c’è un eccesso di derivati e titoli tossici”, ha denunciato. Molto più sicuro, a suo avviso, investire nel debito sovrano – “se molte banche avessero tenuto i titoli italiani, nel 2011, oggi avrebbero rendimenti molto più alti” rispetto alle operazioni “discutibili” che hanno fatto, è convinto – per questo annuncia che “l’Italia porrà il veto a qualsiasi ipotesi di tetto per i titoli di Stato” nei portafogli degli istituti di credito.
Sull’altra grande questione che verrà affrontata dai 28, la gestione dei flussi migratori, Renzi ha ribadito la necessità che l’Ue si doti di “una strategia a lungo termine”, che “non può essere concedere un obolo a uno Stato” pensando di arginare l’esodo di migranti dalla Siria. “Non è dando 3 miliardi alla Turchia che si risolve il problema”, ha dichiarato.
Oltre a un sistema comune per l’accoglienza di chi ha diritto all’asilo e il rimpatrio di chi non ha i requisiti, Renzi indica la cooperazione internazionale come elemento attraverso il quale impostare “un nuovo rapporto con l’Africa”. Solo così si creando le condizioni per porre fine ai viaggi della speranza di chi cerca di lavoro. Ma “se questo sforzo viene lasciato a qualche singolo Paese volenteroso, come l’Italia, non si potrà mai sviluppare tutta la potenzialità” e garantire all’Africa lo sviluppo di cui ha bisogno.