Bruxelles – Il fatto che gli Stati membri chiudano le proprie frontiere, a causa di controlli insufficienti alle frontiere esterne dell’Unione europea è “aberrante”. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, parlando Conferenza sul semestre europeo 2016 al Parlamento di Bruxelles ha di nuovo criticato la sospensione di Shengen da parte di alcuni Paesi membri. “Non sono un partigiano della chiusura delle frontiere in Europa, e trovo aberrante che per colpa di un controllo un insufficiente di frontiere esterne”, in Europa “ci rassegniamo a chiuderci in province”, ha affermato. Per Juncker “o siamo un continente o in insieme che si divide in categorie nazionali”, e “questo è uno cammino sbagliato a cui fanno ricorso alcuni Paesi membri”. Dal canto suo, ha rivendicato Juncker, la Commissione ha fatto diverse proposte er migliorare la situazione, sulla ricollocazione dei profughi già presenti sul territorio europeo, per il controllo comune delle frontiere esterne, e sulla definizione di Paesi sicuri, e “se tutto questo fosse stato fatto ci troveremmo in situazione molto migliore di quella caotica e anarchica in cui ci troviamo adesso”.
“Voglio che al Vertice Ue i leader si impegnino in una discussione onesta su dove siamo e su tutte le dimensioni della nostra risposta comune”, ha dichiarato dal canto suo il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk dopo il suo incontro in Grecia con Alexis Tsipras. “Non ci riuniremo
per alterare” quanto stabilito ma “per garantire che le decisioni prese vengano attuate”, ha aggiunto Tusk che ha criticato l’ipotesi di escludere la Grecia da Schengen. “la Grecia non ha causato la crisi, né lo ha fatto l’Europa, per questo a tutti coloro che vorrebbero escluderla da Schengen pensando che sia una soluzione alla crisi dei migranti io dico no. E no vuol dire no”. Escludere Atene fa Schengen, ha ribadito Tusk, “non risolverà nessuno dei nostri problemi”, non “servirà a porre fine alla guerra in Siria e non porrà fine all’attrattiva dell’Europa verso i migranti”. Quello che bisogna fare a suo avviso è “migliorare la protezione dei nostri confini esterni, non per ultimo qui in Grecia”, e questo “richiede più sforzi da parte della Grecia”, ma anche “più supporto dai partner europei”.