Bruxelles – A partire da ora restano solo tre mesi. Novanta giorni in tutto in cui la Grecia dovrebbe riuscire a garantire la messa in sicurezza dei propri confini esterni, evitando così il via libera da parte dell’Ue all’estensione fino a due anni della sospensione di Schengen da parte degli altri Stati membri. Il Consiglio ha formalmente adottato le raccomandazioni con cui la Commissione europea ha intimato ad Atene di porre rimedio ad una serie di “carenze gravi” identificate sulla base di una visita a sorpresa sulle isole elleniche nel mese di novembre. Le azioni raccomandate vanno dal rendere più efficienti le procedure di registrazione, al garantire una sistemazione adeguata per i migranti in attesa che la propria richiesta venga trattata, ad un’azione più efficiente sui ritorni di chi non ha diritto di rimanere fino ad un pattugliamento più efficacemente del tratto di mare tra Grecia e Turchia.
Il controllo di Bruxelles su come uno Stato gestisce le frontiere esterne dell’area di libera circolazione è previsto dal Meccanismo di valutazione Schengen, esistente dal 2013. Secondo il sistema, se nel corso di una visita sul territorio vengono riscontrate debolezze o mancanze da parte di un Paese, la Commissione può, secondo l’articolo 19 del Codice frontiere Schengen, raccomandare allo Stato in questione, una serie di azioni per rimettersi in regola. È in questa fase che si trova ora la Grecia. Se, trascorsi i tre mesi di tempo, il Paese non avrà posto rimedio alle inadempienze, la Commissione potrà ricorrere all’articolo 26 del codice frontiere Schengen e autorizzare gli Stati membri, in ragione delle “circostanze eccezionali” che mettono a rischio “il funzionamento globale dello spazio senza controllo alle frontiere”, a prolungare la sospensione di Schengen fino a un massimo di due anni.
Oltre a chiedere alla Grecia azioni urgenti, la raccomandazione approvata dagli Stati membri, riconosce che l’Ue sta attualmente facendo fronte ad una pressione migratoria senza precedenti che ha creato difficoltà a diversi Stati membri nell’assicurare un adeguato controllo delle frontiere. In particolare si sottolinea che la Grecia, a causa della sua situazione geografica e dello spostamento nelle rotte dei migranti, è stata particolarmente toccata da questi sviluppi. Il testo ammette che la Grecia ha già preso diverse misure per tentare di tenere sotto controllo la situazione, ma sottolinea che, vista la dimensione della crisi, ulteriori sforzi sono necessari perché a rischio c’è l’intero funzionamento dell’area Schengen e le difficoltà della Grecia hanno un impatto su tutta l’Ue. Bisogna dunque rimediare alle carenze, senza ulteriori rinvii, entro la metà di maggio.