Bruxelles – Incendio, furto, malore, emergenze. In ogni situazione, in ogni Paese europeo, per essere aiutati basta chiamare un solo numero. A saperlo. Già, perché secondo i dati della Commissione europea, nonostante il numero unico per le emergenze 112 sia in funzione già dal lontano 1991, a conoscerlo è ancora meno della metà degli europei. La media è del 48% di cittadini Ue che in casi di emergenza comporrebbero le tre cifre salvavita, ma la situazione varia da Paese a Paese: si passa dall’83% di cittadini che ne conoscono l’esistenza in Polonia e dall’80% del Lussemburgo, fino al 13% della Grecia, al 22% del Regno Unito o al 29% della Spagna e al 36%. Anche in Italia a conoscere il 112 è poco più di un cittadino su tre: il 36%.
Per questo la Commissione europea, consapevole del numero crescente di cittadini che si muove attraverso l’Europa, corre ai ripari per tentare di informare soprattutto i più giovani. L’esecutivo Ue ha deciso di coinvolgere le agenzie nazionali che partecipano al programma Erasmus+ che offre opportunità di formazione e studio all’estero per tentare di diffondere la conoscenza del 112 tra i partecipanti. “Il 112 è diventato il numero unico europeo per le emergenze una generazione fa”, fa notare il commissario europeo alla Cultura, Tibor Navracsics. Per questo, dice, “è particolarmente importante che i giovani, che sempre più spesso viaggiano, studiano o lavorano oltre i confini, conoscano il numero che può salvare le loro vite in tutta l’Ue”. La richiesta a tutti i soggetti coinvolti nel programma Erasmus+ è dunque a “aiutare a diffondere il messaggio del 112”.