Bruxelles – La Turchia se vuole può fermare i flussi dei migranti e i trafficanti di esseri umani, se invece decide di non fare la sua parte sarà “molto molto difficile” riuscire a risolvere l’attuale crisi. Il commissario all’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, sprona il governo di Ankara a rispettare gli impegni presi con Bruxelles. “Se la Turchia non si impegna a realizzare quanto contenuto nel Piano d’azione comune, sarà molto, molto difficile gestire questa situazione”, afferma Avramopoulos che si dice convinto del fatto che “se le autorità turche davvero lo volessero potrebbero fare quello che devono per combattere i trafficanti di esseri umani e ridurre i flussi migratori” verso l’Europa. Da parte sua, ha ricordato il commissario, “l’Ue sta facendo la sua parte per aiutare il Paese ad affrontare questa situazione molto difficile”, con oltre 2 milioni di rifugiati siriani in Turchia, e lo sta facendo con uno stanziamento di 3 miliardi. Ma, aggiunge Avramopoulos, anche gli Stati membri devono fare la loro parte, ad esempio “attuando il programma volontario di riammissione”, che prevede di accettare domande di asilo fatte anche fuori dai confini europei.
Il piano d’azione comune tra Europa e Turchia è stato concordato lo scorso 29 novembre, ma al momento stenta ancora a diventare operativo. Un report pubblicato oggi dalla Commissione europea afferma che il numero dei migranti in arrivo nell’Ue è diminuito leggermente ma resta comunque troppo alto. Il numero degli ingressi in Grecia è stato di 2.186 a gennaio, poco inferiore ai 3.575 di dicembre ma comunque meno della metà dei quasi 7mila di ottobre. Per questo Bruxelles “riconosce diverse misure concrete” prese da Ankara, ma il governo turco viene “spronato a continuare i suoi sforzi per una piena implementazione del piano”, affermando che il Paese deve “urgentemente fare progressi significativi nella prevenzione delle partenze irregolari”.
Bruxelles riconosce che l’introduzione l’8 gennaio di obblighi di visto per gli arrivi da Paesi terzi di siriani in Turchia “ha drasticamente ridotto gli arrivi” da Libano e Giordania e che le misure adottate il 15 gennaio per dare accesso al mercato del lavoro per i siriani sotto protezione temporanea in Turchia “sono un altro importante passo in avanti”.
Ma d’altra parte si chiede ad Ankara di “migliorare l’attuazione del suo accordo di riammissione bilaterale con la Grecia”, e di essere pronta “ad attuare l’accordo di riammissione Ue-Turchia per i cittadini di paesi terzi da 1 Giugno 2016”.
Si chiede poi di “rafforzare la capacità di intercettazione della guardia costiera e rafforzare la legislazione, l’azione e la cooperazione con gli Stati membri dell’Uu nella lotta contro il contrabbando e contrabbandieri” di esseri umani.