Berlino – Yanis Varoufakis, lancia il suo tanto atteso movimento politico. Si chiama Democracy in Europe Movement, DIEM25, ed è stato presentato al teatro Volksbuhne (Teatro del popolo) di Berlino, con il fine di lottare “contro l’Europa ufficiale e le le élite locali che resistono con tutta la forza del loro autoritarismo al processo di democratizzazione europeo”. L’obiettivo dichiarato è quello di combattere i tecnocrati che “parlano in nome della democrazia, ma solo per negare, esorcizzare e sopprimerla nei fatti”, che “cercano di cooptare, eludere, corrompere, mistificare, usurpare e manipolare la democrazia al fine di indebolirne le potenzialità e arrestare le sue possibilità”, ha scritto Varoufakis in un editoriale “manifesto” uscito sul Guardian anticipando l’evento di Berlino.
Tra i partecipanti all’evento un folto gruppo di intellettuali, filosofi ed esponenti della società civile, tra cui Ada Colau, Julian Assange in video collegamento, Brian Eno, Caroline Lucas, il ministro delle finanze ombra di Corbyn John McDonnel, l’ex ministro francese Cecile Duflot, la presidente di Die Linke Katja Kipping e il filosofo sloveno Slavoj Zizek. A rappresentare l’Italia, Lorenzo Marsili, che dirige European Alternatives, organizzazione attiva in tutta Europa.
Varoufakis propone una Terza Via alternativa a quelle che ritiene dominino al momento in Europa, quella di chi vuole tornare agli Stati nazione e quella di chi accetta una Ue che lui ritiene antidemocratica. Il movimento, promette, porterà “un’ondata di democrazia che spazzerà via le élite dei tecnocrati”.
“Il nostro obiettivo a medio termine è quello di convocare una assemblea costituente in cui gli europei decidano come portare avanti, nel 2025, una democrazia europea a tutti gli effetti, con un Parlamento sovrano che rispetti l’autodeterminazione nazionale e condivida il potere con i parlamenti nazionali, le assemblee regionali e i consigli comunali” si legge nel documento.
Il programma sembra un po’ riprendere quelli che sono gli intenti non solo dei movimenti populisti ma anche quelli di alcuni politici della sinistra europea, appropriandosi di questo linguaggio, portandolo ancora più a sinistra e amplificandolo. Ecco quindi che si chiede una maggiore trasparenza, più Europa, meno disuguaglianze e più partecipazione, per un Europa del mercato unico che non presti attenzione solo al capitale economico ma anche a quello umano, spazzando via i focolai di xenofobia e nazionalismo.