Bruxelles – La parità di genere non deve entrare nelle linee guida per il Bilancio dell’Unione Europea del 2017. A chiederlo con un emendamento che ha fatto scalpore e acceso il fuoco delle polemiche gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle Marco Valli e Marco Zanni. I due, come ha rivelato un articolo pubblicato dall’Huffington Post, vorrebbero l’abolizione dell’articolo 17 del testo in cui si ricorda che “il gender mainstreaming deve sostenere le politiche dell’Unione come principio orizzontale”, e pertanto si chiede che la Commissione metta in pratica tale principio nella preparazione della bozza di bilancio per il 2017.
“Non è bastato il dietrofront in Italia”, anche in Europa i grillini “affermano sostegno ai diritti e, nel frattempo, vogliono cancellare la parità di genere dal bilancio Ue 2017”, ha attaccato Daniele Viotti, europarlamentare Pd e copresidente dell’Intergruppo LGBTI. “In pratica, quello che si vuole eliminare è l’attenzione alle diverse implicazioni per uomini e donne per ogni azione politica prevista”, ha affermato Viotti sottolineando anche che “lo stesso emendamento è stato presentato dal Front National”, fatto che dimostrerebbe che “lo spostamento a destra” del Movimento 5 Stelle “è sempre più evidente”.
“Da grillini a gamberi. Altro che passi in avanti, qui la retromarcia è clamorosa”, commenta dal canto suo un’altra esponente del Pd a Strasburgo e Bruxelles, Pina Picierno, che si domanda: “E’ questa la rivoluzione tanto annunciata? Un ritorno al medioevo politico?”, aggiungendo: “Mi chiedo cosa pensano di questo atto le colleghe pentastellate. Mi chiedo se davvero anche loro vogliono abbracciare un provvedimento antistorico di tale portata o se credono sia più giusto mettere le donne in condizione di parità ai nastri di partenza rispetto ai colleghi uomini”.
Ma gli eurodeputati 5 Stelle rigettano le accuse rivendicando di aver “sempre votato tutte le misure e tutti i provvedimenti a sostegno dell’uguaglianza di genere sia nelle Commissioni competenti sia in sede di votazione plenaria”. Valli e Zanni, membri della Commissione Bilanci, “svolgono un lavoro costante per ridurre sprechi e privilegi degli euroburocrati e per contenere il costo delle Istituzioni europee”, afferma il Movimento in una nota in cui si spiega che “grande attenzione è stata prestata alle “Linee guida per il bilancio Ue per il 2017”, che devono individuare le soluzioni ai gravissimi problemi che il bilancio dell’Unione presenta da anni, come ad esempio i 20 miliardi di fatture non pagate alle imprese, gli altissimi costi della burocrazia, il recente aumento del 2.4% che si sono regalati funzionari e parlamentari, gli sprechi o le nuove ed efficienti politiche a sostegno del lavoro, delle PMI, del Made In”. In questo contesto, sostiene il Movimento 5 Stelle “un emendamento sulla parità di genere in questo provvedimento non ha alcun significato e non può tradursi in atti concreti, ma è utile solo come ipocrita specchietto per le allodole per nascondere i reali problemi dell’Unione”. “Il M5S – conclude la nota – è a favore della parità di genere e in Europa lavora per raggiungerla nelle commissioni competenti. Senza ipocrisia e senza menzogne”.