Roma – La pentola della legge sulle unioni civili avrà il coperchio chiuso fino alla prossima settimana, quando il Senato comincerà a votare i primi emendamenti e gli articoli del disegno di legge Cirinnà. Il frastuono del bollore, però, si sente già prima che cominci a uscire il profumo di diritti attesi da coppie non sposate, gay e non, e da genitori e figli legati da indissolubili vincoli affettivi non riconosciuti sulla carta. Per tutti loro dovrebbe essere #LaVoltaBuona, con l’hashtag, perché a prometterlo è stato il presidente del Consiglio, e segretario del primo partito di maggioranza, Matteo Renzi. Tuttavia, la riuscita del piatto non è affatto scontata.
Il provvedimento ha spaccato non solo la maggioranza ma perfino il Pd. Il punto controverso è uno: l’adozione del figlio del partner, ormai conosciuta come ‘stepchild adoption’. Possibilità già riconosciuta alle coppie eterosessuali e che il testo Cirinnà estenderebbe anche alle unioni omosessuali. Un punto sul quale oggi è intervenuto il commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks, il quale ha sottolineato come la giurisprudenza della Corte di Strasburgo per i diritti umani sia “chiara: se le coppie etero non sposate possono adottare i figli del partner, lo stesso devono poter fare le coppie dello stesso sesso”. Con la legge in discussione a Palazzo Madama, ha proseguito Muiznieks, “l’Italia non sta creando nuovi diritti ma sta semplicemente eliminando la discriminazione basata sull’orientamento sessuale”.
Non è detto però che ci si arrivi. La questione ha messo sulle barricate l’Ncd del ministro degli Interni, Angelino Alfano, che è “tra i favorevoli” al disegno di legge sulle unioni civili, ma solo “se si tolgono le adozioni”. Dello stesso avviso un altro ministro targato Ncd, Beatrice Lorenzin. La titolare della Salute si oppone perché “è innegabile che la stepchild adoption apra la strada alla pratica dell’utero in affitto”. A onor di cronaca, il testo non parla di questa pratica, per altro non consentita in Italia. Ma l’opposizione dei cattolici in Parlamento vede il rischio che una coppia possa recarsi in un Paese dove è possibile rivolgersi alle cosiddette ‘madri surrogate’ – donne disposte a portare avanti la gravidanza di un embrione non loro – e poi tornare in Italia e farsi riconoscere l’adozione.
Gli alleati di governo del Nuovo centro destra chiedono dunque di stralciare il capitolo delle adozioni perché venga affrontato in un provvedimento ad hoc, ma dal Pd risponde picche la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, promettendo in un tweet che lo stralcio non ci sarà.
#UnioniCivili Non ci sarà lo stralcio dell'adozione coparentale
— valeria fedeli (@valeriafedeli) February 5, 2016
Sia chiaro, la maggioranza non è a rischio perché Alfano stesso ha escluso ripercussioni sulla tenuta del governo. Se dovesse perdere la battaglia sugli emendamenti, è pronto a riproporla con un referendum abrogativo, il cui esito potrebbe anche essergli favorevole, visto che secondo un sondaggio di Ixé per Agorà, ben il 73% degli italiani è contrario alle adozioni da parte di coppie gay.
A opporsi alla stepchild adoption è anche la minoranza ultra-cattolica dello stesso Pd che chiede di sostituire la possibilità di adottare il figlio del partner con quella di ottenerne un affido rafforzato. La maggioranza del partito di Renzi è però per il pieno riconoscimento dei diritti agli omosessuali. E anche se il segretario-premier si guarda bene dal prendere posizione provvedimento è chiaro che non riuscire ad approvare la legge includendo le adozioni aprirebbe un grosso problema nel Pd e sarebbe una figuraccia anche per lui. Sebbene abbia evitato da premier di proporre la legge come un’iniziativa del governo, e da segretario Pd abbia lasciato ai suoi parlamentari la libertà di coscienza, più volte ha garantito il proprio impegno a far approvare finalmente una legge la cui assenza ci è valsa anche una sanzione da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Per non perdere la faccia dunque, non gli rimane che contare sulle maggioranze variabili. Posto che non avrà l’appoggio dell’Ncd e di parte del suo stesso partito, che la Lega si opporrà compatta e anche Forza Italia ha dato orientamento contrario pur lasciando libertà di coscienza ai suoi senatori, sono i voti di Sinistra italiana e del Movimento 5 stelle a diventare determinanti. Entrambe le formazioni di opposizione sono pronte a votare il testo così com’è, e se tutto filasse liscio non ci sarebbero problemi a raggiungere una maggioranza in grado di far passare la legge.
Il problema è che ci saranno sicuramente dei voti segreti. Il premier vuole limitarli al minimo, ma si calcola che saranno almeno una ventina sui circa 500 emendamenti che verranno discussi, in gran parte concentrati proprio sulla spinosa questione delle adozioni. Bisognerà vedere se, nel segreto dell’urna, anche chi in pubblico si dichiara favorevole ad approvare il ddl così com’è non ceda alla tentazione di spegnere il gas sotto la pentola e lasciare il premier col cerino bruciato in mano proprio quando la zuppa era ormai quasi cotta.